/ricerca/ansait/search.shtml?tag=
Mostra meno

Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

L'Eurocamera approva il riarmo Ue ma l'Italia si spacca

L'Eurocamera approva il riarmo Ue ma l'Italia si spacca

Ursula tiene. Divisioni nel governo, nell'opposizione e nel Pd

STRASBURGO, 13 marzo 2025, 11:10

di Marcello Campo

ANSACheck
Il voto a Strasburgo - RIPRODUZIONE RISERVATA

Il voto a Strasburgo - RIPRODUZIONE RISERVATA

 L'Europa dice sì al piano di Ursula von der Leyen per il riarmo ma l'Italia, alla Plenaria di Strasburgo, si spacca. Il testo della risoluzione che certifica il sostegno dell'Eurocamera al RearmEu, infatti, divide la maggioranza di governo, il campo largo, e anche il Pd.

E a prevalere sono i partiti scettici nei confronti della strategia della Commissione, votata con un chiaro via libera solo da Fi, Fratelli d'Italia e da quasi la metà degli eurodeputati Dem.

Con una postilla. I meloniani hanno scelto di astenersi sulla risoluzione gemella, dedicata al sostegno militare all'Ucraina, certificando così la volontà del governo di non voltare le spalle agli Usa di Donald Trump. Von der Leyen aveva scelto di ricorrere alla procedura d'urgenza, decisione contestata perfino dal suo gruppo.

 

Video Eurocamera, si' al sostegno al piano per il riarmo dell'Ue

 

Il Pe non è stato chiamato a votare il riarmo, ma due risoluzioni, di cui una sulla difesa che conteneva un paragrafo sul riarmo, e l'altra centralizzata sul sostegno a Kiev. Alla fine la maggioranza Ursula ha tenuto, incassando sull'Ucraina 442 voti a favore, 98 contrari e 126 astenuti. Numeri simili sul testo dedicato alla difesa europea, con 419 sì, 204 contrari e 46 astenuti. Tuttavia, è su questo secondo voto che la politica italiana s'è rotta in mille pezzi: il centrodestra è andato in frantumi con il sì di Fratelli d'Italia e Forza Italia e il no convinto della Lega.

 

In ordine sparso anche l'opposizione e in particolare il Pd, che a sua volta si è diviso in due tra astenuti e favorevoli. Solo grazie agli sforzi di mediazione del capo delegazione Nicola Zingaretti, tra i dem non ci sono stati voti contrari, in particolare quello dei due indipendenti, Marco Tarquinio e Cecilia Strada. Detto questo, l'indicazione ad astenersi, che era venuta dalla segretaria Elly Schlein, è stata seguita solo da 11 eurodeputati, mentre i rimanenti 10, tra cui Stefano Bonaccini e Antonio Decaro, hanno deciso di votare a favore. Secondo Zingaretti, questo voto "è stato uno stimolo a costruire una vera difesa comune Ue". Pina Picierno, ha sottolineato invece che chi, come lei, ha votato a favore ha permesso al Pd di "non isolarsi dal resto del gruppo dei Socialisti Ue".

Come previsto, in Europa il campo largo è evaporato. Il M5S ha confermato di volersi candidare a forza pacifista, i Verdi italiani, in dissenso dal gruppo al Pe, hanno votato no. E contraria è stata anche la Sinistra, italiana ed europea.

Il voto a Strasburgo

 

Ma il centrodestra, dalla votazione di Strasburgo, non esce più compatto, e non solo sul dossier riarmo. Sul testo filo-ucraino i meloniani, a dispetto di Fi, hanno imboccato la via dell'astensione. In extremis, poco prima che si aprisse il voto finale, è stato Nicola Procaccini a chiedere all'aula il rinvio dell'esame, sottolineando come la versione finale della risoluzione non fosse adeguata agli ultimi sviluppi dei colloqui di Gedda: "Si finirebbe per scatenare l'odio verso gli Usa invece che aiutare l'Ucraina", ha osservato il copresidente di Ecr. La risoluzione, in effetti, critica fermamente la scelta dell'amministrazione Usa "di rappacificarsi con la Russia".

Ma la richiesta di Ecr è stata bocciata dall'Aula: "Doveva essere una risoluzione a favore dell'Ucraina, è diventata contro gli Stati Uniti", ha sintetizzato il capodelegazione di Fratelli d'Italia, Carlo Fidanza. Von der Leyen, dal canto suo, può proseguire sulla sua strada: il RearmEu sarà ulteriormente delineato nei prossimi giorni, per finire sul tavolo del Consiglio europeo della prossima settimana. E c'è chi, come il presidente del Consiglio europeo Antonio Costa, ha già evocato l'idea di uno scorporo permanente delle spese della difesa da Patto di Stabilità. Resta il rebus politico che segna la posizione italiana. Un dato, su tutti, fotografa la peculiarità del nostro Paese: in Aula Ecr aveva presentato un emendamento - caro a Giorgia Meloni - in cui si chiedeva il cambio di nome del piano Ue, da 'ReArmEu' a 'Defend Europe'. A votarlo nell'intero emiciclo è stato il gruppo dei Conservatori, la delegazione del Pd, quattro popolari e un patriota della Repubblica Ceca. 


   

 

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Da non perdere

Condividi

Guarda anche

O utilizza

Il progetto è stato cofinanziato dall'Unione europea nel quadro del programma di sovvenzioni del Parlamento europeo nell'ambito della comunicazione. Il Parlamento europeo non ha partecipato alla sua preparazione e non è in alcun modo responsabile delle informazioni o dei punti di vista espressi nel quadro del progetto, né si considera da essi vincolato. Gli autori, le persone intervistate, gli editori o i distributori del programma ne sono gli unici responsabili, conformemente al diritto applicabile. Inoltre il Parlamento europeo non può essere ritenuto responsabile di eventuali danni diretti o indiretti derivanti dalla realizzazione del progetto.

ANSA Corporate

Se è una notizia,
è un’ANSA.

Raccogliamo, pubblichiamo e distribuiamo informazione giornalistica dal 1945 con sedi in Italia e nel mondo. Approfondisci i nostri servizi.