"Un mostro non più tanto sacro": nel giorno dell'apertura della 78/a edizione del Festival di Cannes, è stata pronunciata la sentenza nei confronti di una delle più emblematiche personalità del cinema francese, Gérard Depardieu, condannato a 18 mesi di carcere con la condizionale per aver aggredito due donne nel 2021, durante la realizzazione del film 'Les Volets Verts'.
L'attore di 76 anni, che non era presente in tribunale al momento del verdetto, ha fatto sapere che ricorrerà in appello contro la decisione dei giudici del tribunale di Parigi.
Depardieu, che si è sempre dichiarato innocente, è attualmente impegnato sul set di un film diretto dall'amica e attrice Fanny Ardant. A rappresentarlo in tribunale lungo le rive della Senna c'era un suo legale, Jeremie Assous. Oltre ai 18 mesi di carcere con la condizionale, l'attore dal doppio passaporto franco-russo è stato condannato a due anni di ineleggibilità oltre che all'iscrizione nel registro degli autori di reati sessuali, in conformità con le richieste dell'accusa.
Secondo l'avvocato della difesa, in Francia, "a partire dal momento in cui vieni accusato in una vicenda legata ad abusi sessuali, vieni automaticamente condannato". Quindi l'annunciato appello.
Nella sentenza di primo grado, Depardieu viene ritenuto colpevole di aver aggredito sessualmente Amélie, 54 anni, e Sarah (nome di fantasia), 34 anni, rispettivamente decoratrice e assistente alla regia nella realizzazione del film 'Les volets Verts' di Jean Becker, nel 2021. I magistrati francesi hanno motivato la decisione invocando la costanza e la coerenza delle dichiarazioni di entrambe le vittime, mentre le "dichiarazioni di Depardieu sono evolute in modo significativo tra il fermo e l'udienza", puntualizzano a Parigi.

Depardieu dovrà pagare, tra l'altro, 4.000 euro di danni morali ad Amélie e 2.000 euro a Sarah. Critiche sono state mosse dal presidente della corte anche nei confronti della linea difensiva sostenuta dal legale dell'attore.
Nel corso del processo, durato quattro giorni, Assous si è mostrato aggressivo nei confronti delle parti civili, spingendosi fino a trattarle da "bugiarde isteriche". "Dai, adesso piangete!", ha detto a un certo punto, avvicinandosi al loro banco con il dito puntato. Un'aggravante processuale, chiamata 'vittimizzazione secondaria', che è stata riconosciuta dal giudice, un fatto rarissimo in Francia.
Amélie, la sola parte civile presente al momento del verdetto, si è detta sollevata, dopo aver attraversato un "ascensore emotivo". Durante il processo raccontò nel dettaglio quella giornata del settembre 2021, in un appartamento del sedicesimo arrondissement di Parigi trasformato in set cinematografico. Stava parlando a Depardieu delle scenografie del film, disse che stava cercando degli ombrelloni anni '70 per le scene successive nel sud della Francia. Quindi, l'aggressione, quando la donna disse di essere stata "acchiappata per i fianchi". "Vieni a toccare il mio grosso ombrellone, te lo ficco nella vagina", avrebbe dichiarato l'attore.
Sempre sullo stesso set, Sarah, l'assistente alla regia, sarebbe stata oggetto di simili violenze sessiste e sessuali per ben tre volte. Alla sbarra, l'accusato ha contestato i fatti, garantendo che ci sono "vizi - ha detto - di cui non sono a conoscenza".
Il verdetto viene pronunciato a poche ore dall'apertura del Festival di Cannes, dove Depardieu ottenne la Palma per la migliore interpretazione maschile nel 1990, con l'indimenticabile ruolo di 'Cyrano de Bergerac'.
"Sarebbe bene che il mondo del cinema si assumesse le proprie responsabilità", ha detto Claude Vincent, l'avvocato di Sarah. In questi ultimi anni, sull'onda del movimento #Metoo, l'attore simbolo del cinema d'Oltralpe è stato accusato di aggressioni da una ventina di donne ma diversi fascicoli sono stati archiviati per prescrizione. Gérard Depardieu "non è un mostro, ma un uomo, che è stato sconsacrato", sottolinea Juliette Binoche, presidente di giuria sulla Croisette, commentando la condanna.
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