Sono 99 fotografie più una,
l'iconico ritratto di Eugenio Montale con l'Upupa, realizzato da
Ugo Mulas, a raccontare i 100 anni di "Ossi di Seppia", il
capolavoro montaliano pubblicato, nella sua prima edizione nel
1925, che sono il cuore di "Meriggiare pallido e assorto", la
mostra curata da Ilaria Bonacossa e Paolo Verri con Michela
Murialdo che sarâ ospitata, fino al 29 giugno, nel
sottoporticato di Palazzo Ducale a Genova. In mostra gli scatti
di tre giovani fotografi italiani, Iole Carollo, Anna Positano e
Delfino Sisto Legnani, che hanno riprodotto, creativamente, i
luoghi che hanno ispirato la raccolta, indagando con uno sguardo
contemporaneo il capolavoro montaliano.
"Insieme a Fondazione Mondadori ed Electa abbiamo partecipato
al bando Strategia Fotografia del Ministero - spiega Bonacossa -
che intende celebrare i 100 anni di Ossi di seppia e i 50 anni
del Nobel. Lo abbiamo fatto guardando avanti, invitando tre
fotografi emergenti, a fotografare Montale, sia i luoghi, che lo
spirito delle poesie. Anna Positano ha colto qualcosa di quel
tratto ruvido della poesia di Montale fotografando i luoghi
poetici del mare, Delfino Sisto Legnani si è ispirato alla
dimensione aperta della poesia creando delle foto che attraverso
una patina quasi lattiginosa creata in post produzione apre a
una dimensione onirica, Iole Carollo è partita l'idea del
frammento come modalità compositiva della poesia ma ancche come
modo di raccontare e ricostruire il paesaggio". In mostra, oltre
alle fotografie, anche le edizioni originali, messe a
disposizione da Fondazione Mondadori e dal collezionista Beppe
Manzitti, e fotografie d'epoca che tracciano un percorso poetico
che dalla prima edizione degli Ossi porta al 1975, anno in cui a
Montale viene attribuito il Nobel per la letteratura.
"100 anni di Ossi di Seppia sono la tappa fondamentale della
poesia italiana - sottolinea Paolo Verri - solo fra il 1995 e il
2025 questo libro ha venduto oltre 200.000 copie. La Fondazione
Mondadori detiene gli archivi di tutti questi materiali, li
condivide con il Gabinetto Viesseux di Firenze, dove ci sono gli
archivi specifici rispetto al Nobel ed è stata molto contenta di
fare questa operazione con Palazzo Ducale e con Electa, perché
lavorare nella città di nascita del poeta per noi è stato
importantissimo". Dopo Genova la mostra dovrebbe spostarsi on
altee città italiane "La porteremo a Milano - prosegue Verri -
probabilmente a Firenze, e a Napoli, perché lo sguardo di
Montale è uno sguardo fortemente fotografico, la sua capacità di
entrare nel dettaglio della vita e dal dettaglio arrivare al
significato della vita emerge nella sua poesia come emerge nel
lavoro dei tre fotografi che sono in mostra".
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