"Contro di me il sistema ha tirato fuori la bomba nucleare". Marine Le Pen, all'indomani della condanna per i fondi al Pe che potrebbe escluderla definitivamente dalla corsa all'Eliseo nel 2027, passa al contrattacco.
Non solo a parole: la leader di Rn, su cui pesa il rischio di ineleggibilità per 5 anni, ha presentato un ricorso contro la sentenza della giudice Benedicte de Perthuis, finita nel frattempo sotto scorta per le ripetute minacce ricevute. E torna a crederci: in una nota diffusa in serata, la Corte d'appello di Parigi ha infatti evocato un possibile processo di secondo grado con sentenza "nell'estate 2026", che le darebbe il tempo di candidarsi per una quarta volta. Dopo le prime dichiarazioni pubbliche rese ieri a caldo, Le Pen è tornata a deplorare ciò che ritiene "un'ingerenza dei magistrati nell'elezione presidenziale. Non lasciatevi intimidire", ha ammonito più che mai combattiva dinanzi ai suoi. Ci saremo fino alla vittoria, il sistema non riuscirà a rubarci la vittoria, a rubarci l'Eliseo", ha assicurato.
Già da ieri sera, lo stato maggiore lepenista ha lanciato la controffensiva sferrando un duro attacco contro le toghe. Una situazione che ha indotto il procuratore generale della Corte di cassazione, Rémy Heitz, ad uscire dal riserbo. Il verdetto sul caso degli assistenti del Front National al Parlamento europeo e la frode da 2,9 milioni di euro "non è una sentenza politica", ha ribattuto l'alto magistrato: "Questa sentenza non è politica ma giudiziaria, pronunciata da tre magistrati indipendenti, imparziali". Un verdetto, assicura, "in conformità con la legge, in applicazione dei testi votati dal Parlamento". Da parte sua, il premier François Bayrou, che ieri si era detto colpito per l'esito del processo, ha aperto ad una "riflessione" parlamentare sull'applicazione provvisoria, "con cui sentenze pesanti e gravi non possono essere oggetto di ricorso". Senza entrare nello specifico della condanna a Le Pen, il premier ha spiegato durante il question time in parlamento di non volere "mescolare le discussioni su un verdetto, che non commento e che sostengo, con la riflessione sullo stato della legge che spetta al parlamento". Il governo "non ha il diritto" di "criticare" una decisione del tribunale, ha poi aggiunto esprimendo un sostegno "incondizionato e potente" ai magistrati che hanno preso questa decisione. Il procuratore Heitz ha poi definito 'inammissibili' gli "attacchi molto personali contro dei giudici e le minacce che possono essere oggetto di procedimenti penali".
Un riferimento, in particolare, a Bénédicte de Perthuis, la sessantenne magistrata che ha emesso la condanna di Le Pen, da oggi sotto scorta rafforzata per ripetute minacce. In conferenza stampa nel quartier generale del Rassemblement National, la leader dell'estrema destra francese ha ribadito che il partito "non si lascerà calpestare. Ci hanno rubato le elezioni politiche, non lasceremo che i francesi si facciano rubare le presidenziali. Useremo tutti i mezzi a disposizione per consentirgli di scegliere i futuri leader e vinceremo, perché la verità e la giustizia devono vincere". "Faranno di tutto per impedirci di arrivare al potere'', aveva detto poco prima il suo delfino, Jordan Bardella, il cosiddetto 'Piano B' che potrebbe sostituire Le Pen nella corsa del 2027. Intanto, il Rassemblement National ha convocato per domenica prossima una manifestazione in sostegno alla sua leader, nel quadro della "mobilitazione popolare e pacifica", lanciata ieri da Bardella per appoggiare la sua mentore. L'appuntamento è per le 15 in Place Vauban, dietro agli Invalides, storico complesso monumentale che ospita la tomba di Napoleone.
Le Pen annuncia ricorso alla corte europea diritti umani
La leader del Rassemblement National, Marine Le Pen, in un'intervista esclusiva a Le Parisien, annuncia ricorsi al consiglio costituzionale di Parigi e alla corte europea dei diritti umani per contestare l'applicazione immediata della sua ineleggibilità per cinque anni, decisa dai giudici al termine del processo sulla frode da 2,9 milioni di euro degli assistenti lepenisti al Parlamento europeo. ''Non mi lascerò calpestare", afferma Le Pen, più agguerrita che mai, dichiarando per la prima volta: "Sono candidata alle presidenziali del 2027".
Bardella primo in un sondaggio sulle presidenziali del 2027
E infatti Rn sembra reggere il colpo, dopo la condanna a cinque anni di ineleggibilità della sua popolarissima leader. Secondo un sondaggio realizzato dall'istituto Toluna Harris Interactive per radio RTL, il piano 'B' della Fiamma Tricolore bleu-blanc-rouge per la conquista dell'Eliseo nel 2027 funzionerebbe alla grande.
Bardella, infatti, risulta ampiamente in testa, con il 35-36% delle preferenze nel primo turno elettorale, nel caso in cui dovesse scendere in campo al posto della sua mentore nelle prossime presidenziali. Il risultato del Rn varia di poco a seconda del candidato scelto dalla destra LR (Les Républicains).
Bardella raccoglierebbe il 35-36% dei voti, seguito dall'ex premier Edouard Philippe (centrodestra) al 23-25% e Jean-Luc Mélenchon (La France Insoumise, sinistra radicale) al 13%. Ieri, subito dopo la condanna di Le Pen che ha sparigliato le carte della politica d'Oltralpe, il RN si è riunito per un vertice d'urgenza nel quartier generale del partito a Parigi per studiare, tra i vari rompicapo in arrivo, un'alternativa al destino avverso della figlia di Jean-Marine Le Pen, lo storico fondatore del Front National scomparso a gennaio all'età di 96 anni.
Il candidato più naturale, se la corsa di Marine Le Pen dovesse davvero arenarsi sullo scandalo dei 2,9 milioni di euro sottratti all'Europarlamento, è quello di Bardella. Intervistata da Le Figaro, fu del resto la stessa Le Pen a indicare quella del ventinovenne di ascendenze italiane come la scelta obbligata.
"Al Rassemblement National - disse Le Pen - abbiamo la fortuna incredibile di essere in due: se succede qualcosa all'uno, rimane l'altro". Posizione ribadita ieri sera in diretta al telegiornale di TF1. Bardella è "una risorsa straordinaria per il movimento e lo dico da molto tempo. Spero che non doverla utilizzare prima del necessario". Nelle scorse politiche, Bardella puntava a Matignon, sede del premier dove oggi siede Francois Bayrou, ma ora può anch'egli cominciare a sognare l'Eliseo. E chissà se nel frattempo non si esaudisca la profezia di quei tanti che vedono in Cyril Hanouna, controverso showman della sfera Bolloré, un possibile nuovo candidato outsider del populismo in salsa francese.
La magistrata del caso messa sotto scorta
E' stata messa sotto scorta Bénédicte de Perthuis, la magistrata del tribunale di Parigi bersaglio di minacce dopo che ieri ha condannato Marine Le Pen nel processo sulla frode al Parlamento europeo.
Secondo fonti di polizia citate dal quotidiano Le Figaro, la magistrata è stata posta sotto protezione e una pattuglia di agenti staziona dinanzi alla sua abitazione. La magistrata ha condannato ieri Marine Le Pen a quattro anni di carcere, di cui due senza condizionale con braccialetto elettronico, 100.000 euro di multa e cinque anni di ineleggibilità con effetto immediato per frode e appropriazione indebita.
Dopo la sentenza, che rischia di impedire a Marine Le Pen di candidarsi per una quarta volta all'Eliseo nel 2027, la magistrata è stata oggetto di ''numerosissimi messaggi minatori'', il che ha indotto le forze di sicurezza a rafforzare la sorveglianza sotto la sua abitazione di Parigi. In un messaggio pubblicato su X, il ministro della Giustizia, Géerald Darmanin, ha bollato come ''inaccettabili in democrazia'' le minacce ''proferite'' nei confronti dei magistrati del Tribunale di Parigi incaricati del processo sul caso degli assistenti del Rassemblement National.
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