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ANSAcom - In collaborazione con Padiglione Italia a Expo 2025 Osaka
La qualità, l'artigianalità, la
bellezza: il segreto è il tempo. E La pelle italiana è un
progetto che ha attraversato i secoli, parla al futuro e sa
coinvolgere i giovani con la modernità di una visione innovativa
e tecnologica d'avanguardia. C'è tutto questo in 'Forever Young:
la pelle italiana e il valore del tempo', evento presentato al
Padiglione Italia di Expo 2025 Osaka con il contributo di
Lineapelle e Unic (Unione nazionale industria conciaria).
Un prodotto giovane che "sarà sempre bello perché cambia come
cambia la gioventù," sottolinea Orietta Pellizzari,
International fashion & Lifestyle advisor di Lineapelle. L'altra
parola chiave è tempo, perché "quello che vediamo qui sarà il
futuro del vintage, tutte le persone che vedono e toccano queste
pelli le useranno per fare oggetti interni di automobili, borse,
scarpe" aggiunge Pellizzari.
I prodotti mostrati hanno fatto percorrere un excursus
storico sull'identità cromatica del colore rosso, dalla sua
declinazione pompeiana alla sua dimensione contemporanea,
arrivando al 'rosso giapponese'. Il tutto, passando attraverso
la proposta di toccare con mano alcuni pellami e prodotti
finiti, come i giubbotti griffati Brutus.
Ma la pelle non è solo moda. Il fatto che l'Italia sia ai
vertici mondiali "è dato dall'impegno che le nostre aziende
hanno sempre messo non solo nell'aspetto qualitativo e creativo,
ma soprattutto in quello che oggi viene definita sostenibilità"
sottolinea Fulvia Bacchi, Ceo di Lineapelle e General manager
Unic. "Le nostre aziende hanno trasformato questo prodotto in un
materiale di estrema bellezza, ma hanno anche investito, e parlo
ormai da 70 anni, in tutti quegli aspetti che hanno reso la
produzione conciaria sempre meno impattante per l'ambiente"
aggiunge Bacchi.
La storia della pelle affonda in radici lontane. Come
dimostra La conceria di Pompei, libro curato da Luca Fumagalli,
direttore di Laconceria.it, e presentato in anteprima al
Padiglione Italia. Un volume che approfondisce la storia del
restauro - finanziato da Unic e Lineapelle - della conceria
rinvenuta a Pompei nel 1873.
"Questo libro nasce per rispettare quella che è la più antica
storia del settore conciario italiano e della sua eccellenza"
racconta Fumagalli, spiegando che la struttura di Pompei
"presenta una serie di caratteristiche molto innovative per i
tempi e che dimostrano come già i romani avessero una qualità e
una grande competenza nel trattamento delle pelli e nella
gestione proprio della loro produzione a livello di processo".
ANSAcom - In collaborazione con Padiglione Italia a Expo 2025 Osaka
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