Maxi incidente probatorio con analisi genetiche a tappeto su tutti i reperti e i campioni biologici, alcuni mai analizzati, da comparare col Dna di Andrea Sempio nelle nuove indagini sul caso di Garlasco. È la richiesta inviata all'ufficio gip dalla Procura di Pavia che, oltre a voler confrontare i risultati del materiale genetico trovato su dita e unghie di Chiara Poggi con quello del 37enne, amico del fratello della studentessa uccisa nel 2007, intende effettuare accertamenti a tutto campo pure su ulteriori campioni biologici e oggetti repertati 18 anni fa.

Su tutto ciò che è stato recuperato finora. Altro materiale genetico, inoltre, potrebbe essere cercato sui "para-adesivi" delle impronte rinvenute nella villetta di via Pascoli, dove la 26enne è stata ammazzata. In una nota firmata dal procuratore Fabio Napoleone si legge che l'istanza è stata inoltrata a seguito del deposito da parte dei difensori di Alberto Stasi, condannato in via definitiva nel 2015 a 16 anni, "di una consulenza tecnica" relativa alla "utilizzabilità del profilo genetico" estratto dal materiale trovato sulla vittima e alla "sua compatibilità" con il Dna di Sempio. E dopo che i pm hanno "conferito incarico al proprio consulente tecnico, che ha confermato le conclusioni della consulenza della difesa" dell'ex bocconiano. E quindi il match delle tracce genetiche. L'amico del fratello di Chiara, poi, è stato sottoposto "coattivamente" ad un tampone salivare.
E la Procura vuole comparare il suo profilo con campioni e reperti emersi "dalle verifiche svolte presso l'Unità di Medicina Legale Scienze Forensi del Dipartimento di sanità pubblica, medicina sperimentale e forense dell'Università di Pavia". In particolare, saranno esaminati quelli che "non sono mai stati sottoposti ad analisi" o "hanno fornito un esito dubbio o inconclusivo", in quanto adesso potrebbero essere riesaminati "alla luce dell'incremento della sensibilità analitica raggiunta dai più recenti kit commerciali di caratterizzazione del profilo del dna e della più evoluta strumentazione di laboratorio". Materiali, inoltre, che non sono "mai stati comparati con il dna dell'attuale indagato".
Nella richiesta notificata per ora alla difesa non è indicato l'elenco dei nuovi reperti, ma si tratterebbe dei tamponi effettuati su Chiara, del tracciato sul materiale del tappetino del bagno e di altri prelievi eseguiti all'epoca. Infine, sono stati acquisiti i "para-adesivi delle impronte rinvenute sulla scena del crimine e sugli oggetti analizzati" nei "laboratori del Ris di Parma". Tra questi, le fascette delle impronte sul dispenser del sapone in bagno (oggetto andato distrutto), dove l'assassino si sarebbe lavato le mani. Sul contenitore, oltre a due impronte di Stasi, era stato trovato anche un "frammento papillare" denso di "informazione dattiloscopica". E poi le fascette delle impronte sulla porta dell'abitazione e della cantina, sempre per andare alla ricerca su tutte di Dna per la comparazione. Mentre una serie di gioielli e oggetti appartenuti a Chiara o a Stasi sono stati restituiti anni fa alle famiglie.
I legali dei Poggi, che come la difesa di Sempio, stanno già valutando di opporsi alla richiesta dei pm, non hanno dubbi sulla condanna del fidanzato di Chiara. Costituendosi parte offesa nelle nuove indagini coi legali Gian Luigi Tizzoni e Francesco Compagna, i genitori e il fratello di Chiara hanno ribadito la "convinzione" che "la precisa conoscenza di tutti i dati probatori" emersi nel processo a Stasi "possa risultare decisiva per una tempestiva definizione della posizione" dell'amico del fratello della vittima. Anche i familiari di Chiara potranno mettere in campo i propri consulenti (è Marzio Capra quello storico). La difesa dovrebbe nominare l'ex comandante del Ris Luciano Garofano e la Procura scegliere di nuovo Carlo Previderè. Spetterà, comunque, alla gip Daniela Garlaschelli dare il via o meno alle analisi.
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