Uno scenario unico, da Alberobello a Lecce, e una partecipazione di pubblico entusiasta hanno fatto da cornice alla quarta tappa del Giro d'Italia, che si è concluso come da previsioni con una volata generale.
La cosa curiosa è che c'è stata una tripletta olandese, visto che a vincere (primo successo per lui nel 2025) è stato il 23enne Casper Van Uden, portacolori della Picnic Postnl, che ha preceduto i connazionali Olav Koji e Maikel Zijlaard.
Migliore degli italiani è stato Matteo Moschetti che si è piazzato decimo, mentre la maglia rosa Mads Pedersen, che ovviamente ha conservato il primato in classifica generale, è rimasto ai piedi del podio di giornata, ovvero quarto nell'ordine di arrivo. Per il danese ex iridato c'è stato il brivido di una caduta senza conseguenze a una ventina di chilometri dal traguardo, da cui si è ripreso tornando subito in piedi e poi di nuovo in bici a pedalare.
Coinvolto anche Giulio Ciccone, anche lui apparentemente senza danni. A movimentare la fase finale della tappa, quella in circuito cittadino da ripetere due volte, sono stati, più che i tentativi di fuga che peraltro non ci sono stati (a parte quello ad inizio giornata di Francisco Munoz, ripreso a 56 km dal traguardo) , i molteplici restringimenti della sede stradale con rotonde, spartitraffico e dossi che hanno 'spezzato' il gruppo che poi ogni volta si ricompattava. Il tutto a un'andatura che ha toccato punte massime di velocità intorno ai 60 km orari. Poi lo sprint finale, dal quale è uscito vincitore l'uomo che non ti aspetti, ovvero Van Uden. "Si è avverato un sogno che avevo da bambino. Tutto il team ha creduto in me e questa è la cosa più importante. Si tratta della mia prima vittoria in un grande giro a questo livello. Ho saputo sfruttare l'opportunità", il commento dell'emozionato olandese.
"Sì, questa di oggi è stata una grande emozione. Forse in passato - ha aggiunto - avrei dovuto credere più in me stesso. É stato bello ascoltare i consigli di tutti nella squadra, tutti hanno sempre creduto in me. Inoltre è stato molto importante vedere il finale, non solo in gara ma anche ieri perchè eravamo vicini con l'albergo ed abbiamo fatto una ricognizione. C'è stato un grande calore del pubblico: tutti sanno che correre in Italia è bello. C'era tantissima gente sul percorso ed è stato davvero emozionante". ". "Quando c'è la testa ci sono anche le gambe. Quando si lavora bene i risultati arrivano sempre. Quando hai vinto una volta sai - ha concluso Van Uden - che è possibile ripetersi, quindi la prossima volata per sprinter veri come quella di Napoli sarà buona per me". Intanto domani c'è una tappa non facile, da Ceglie Messapica a Matera lungo 151 chilometri e un arrivo, quello nella 'Città dei Sassi' patrimonio dell'umanità, che più suggestivo non potrebbe essere.
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