La sedia a rotelle non toglie a Federica Brignone né il sorriso né la forza di scherzare con i giornalisti che, nel giorno delle dimissioni, la attendono all'uscita della clinica di Milano in cui è stata operata alla gamba sinistra dopo l'infortunio della scorsa settimana in Val di Fassa. "Ehi per favore non toccatemi la gamba!" dice con il piglio di sempre la campionessa del mondo di fronte alle numerose telecamere e ai tanti microfoni che si allungano verso di lei.
L'incertezza sui tempi di recupero non scoraggiano la sciatrice 34enne, all'attivo una incredibile serie di successi e ora il timore di non poter partecipare ai Giochi di Milano-Cortina, tra meno di un anno sulla neve di casa: "Non abbiano idea di quanto tempo ci vorrà, procederemo a step e poi si vedrà", ammette, per poi aggiungere subito dopo: "Di sicuro sono una che non molla, non è nella mia indole". Brignone parla apertamente di sé, delle sue speranze e dei suoi obiettivi dopo la brutta frattura alla gamba sinistra.
Un grave infortunio che sulle prime aveva forse sottovalutato: "Pensavo fosse una cosa veloce - confessa - ma in realtà operandomi subito ho capito che mi hanno evitato complicazioni, anche per la mia vita. Ora il prossimo step - prosegue - sarà la fisioterapia, che comincerà già da lunedì, e il secondo sarà la prima tac di controllo". Federica ha raccontato dell'affetto e degli auguri che gli sono giunti da tutte le parti, e si è concessa qualche minuto di saluti rispondendo a molte domande. Quella che le è stata ripetuta più volte, ovviamente, e se spera di poter tornare per le Olimpiadi. "Milano-Cortina è uno stimolo, ma lo era anche prima. Volevo continuare la mia carriera proprio per le Olimpiadi in casa, ma non voglio che questa cosa adesso distrugga il mio percorso. L'obiettivo ora è guarire nel modo giusto".
Poi, incalzata dai sanitari, è stata accompagnata fuori e un furgone privato l'ha riaccompagnata a casa. Al suo fianco la madre, il fratello e lo staff della Fisi. "Il decorso post operatorio di Federica Brignone, dopo cinque giorni di ricovero, è lineare - spiega Andrea Panzeri, presidente della Commissione medica Fisi, subito dopo le dimissioni dell'atleta - Ma è troppo presto per dire qualsiasi cosa. Servono almeno 45 giorni". "Adesso era importante la parte ossea", sottolinea il chirurgo confermando che già da lunedì comincerà per lei la fisioterapia. "I grandi atleti come Federica hanno una grande capacità di recuperare - dice ancora Panzeri -. Noi abbiamo riparato quello che era riparabile, ora serve aspettare anche la risposta di madre natura. Di certo Federica non è interessata a presentarsi ai cancelletti di partenza senza essere competitiva, per fare una passeggiata". Alla campionessa, che ha riportato la frattura scomposta di tibia e perone e dei legamenti nodali del ginocchio della gamba sinistra, nell'operazione è stata anche applicata una piastra con delle viti. "L'obbiettivo è ovviamente quello, prima o poi, di togliergliele", auspica Panzeri.
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