''Gli inquinamenti "storici", in
particolare quelli riguardanti le falde idriche (che non si
vedono, ma che perdurano) devono rimanere un costo a carico
della collettività oppure vale anche per essi il principio che
chi li ha provocati li debba "pagare"?''. Se lo chiede Cristina
Gerardis, avvocato dello Stato e da quasi due anni direttore
generale della Regione Abruzzo. Gerardis ha rappresentato la
parte civile al processo in Assise a Chieti e che si è risolto
con il proscioglimento o prescrizione dei 19 imputati.
Domani Gerardis prenderà parte al processo di nuovo come
avvocato dello Stato alla prima udienza in Assise d'Appello
all'Aquila. ''Auspico di potere ancora una volta, in questa fase
di appello, mettere disposizione dello Stato e della Regione
Abruzzo la conoscenza che ho acquisito negli anni della
complessa vicenda del sito di Bussi - dice all'Ansa -. Mi trovo
ora, grazie all'esperienza di lavoro come direttore generale,
anche nella condizione di una completa e diretta consapevolezza
dell'importanza per il territorio di avere chiarezza sulle
responsabilità, sulle reali condizioni di contaminazione dei
terreni e soprattutto delle acque sotterranee, sull'esistenza di
rischi per la salute umana, su chi debba addossarsi i costi
della bonifica, che non può più essere rinviata''.
''Questo processo è paradigmatico della difficoltà di
individuare, con l'incisività propria della responsabilità
penale, gli autori di fatti e condotte anche molto risalenti nel
tempo. Oltre alle discussioni in punto di stretto diritto,
ineliminabili in un contesto giudiziario, mi aspetto che questa
seconda fase di merito consenta di dare risposte consapevoli
anche a questo interrogativo''.
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