"Sono riusciti nell'impresa di
scrivere 'meno tasse' su un documento che certifica il loro
fallimento politico. Mentre a Roma si scagliano contro il
Manifesto di Ventotene, in Abruzzo rispolverano il vecchio
adagio marxista "da ciascuno secondo le sue possibilità, a
ciascuno secondo i suoi bisogni" per giustificare l'aumento
delle tasse, che a loro dire colpirà solo i più ricchi, ma non è
vero. Siamo alla politica manicomio. Marsilio e la destra
abruzzese, dopo anni di promesse elettorali su 'meno tasse',
oggi certificano il loro fallimento: per coprire i buchi di
bilancio che loro stessi hanno scavato con malafede e
incompetenza, adesso impongono nuove tasse ai cittadini. E come
se non bastasse, in conferenza stampa, Marsilio ha avuto il
coraggio di raccontare l'ennesima favola, dichiarando che 'solo
una parte degli abruzzesi pagherà più tasse' e che 'se si vuole
una sanità pubblica su un territorio vasto e con pochi abitanti,
qualcuno deve pagare questo servizio'". Così in una nota, i
consiglieri regionali del M5S Abruzzo Erika Alessandrini e
Francesco Taglieri.
"Ma chi ha governato negli ultimi anni? Chi ha smantellato la
sanità pubblica, costringendo gli abruzzesi a curarsi fuori
regione e portando la mobilità passiva oltre i 100 milioni di
euro? Chi ha portato l'Abruzzo al penultimo posto in Italia per
servizi sanitari e prevenzione e ha permesso che una delle
quattro ASL abruzzesi fosse la peggiore d'Italia su 110 per
presa in carico dei pazienti? Marsilio non solo ha distrutto il
sistema sanitario regionale, ma oggi ha il coraggio di dire che
gli abruzzesi devono pagare di più per rimediare ai suoi errori.
E mentre il governo Meloni racconta che sta tagliando le tasse,
lui aumenta quelle regionali per tappare i buchi della sua
amministrazione fallimentare - chiudono i consiglieri grillini
- La verità è una sola: più tasse e meno servizi per gli
abruzzesi. Questo è il disastro creato dalla destra negli ultimi
6 anni per il quale non c'è spazio per altro che non le
dimissioni. Marsilio, nella sua infinita e quotidiana propaganda
politica, continua a raccontare l'Abruzzo come una terra
paradisiaca mentre i giovani abruzzesi sono costretti a cercare
fortuna altrove".
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