Secondo il Joint Research Centre
della Commissione Europea, basterebbe destinare all'agrivoltaico
l'1,06% della superficie agricola utilizzata dell'Unione Europea
per raggiungere una capacità fotovoltaica installata di quasi
944 GW entro il 2030, quasi il doppio dell'obiettivo di 590 GW
fissato. E' questo uno dei dati sottolineati nel convegno
promosso da Anie Confindustria, La giornata dell'agrivoltaico:
l'impatto del DLGS Testo Unico FER e del dL Ambiente, oggi a
Roma.
L'Italia, si spiega, è uno dei Paesi più pronti a sfruttare
il potenziale dell'agrivoltaico. Nel 2023 quella agrivoltaica è
stata la tecnologia cresciuta in modo più sostenuto, contando
progetti per quasi 16 GW. Nel settembre 2024 il bando Pnrr per
finanziare impianti agrivoltaici si è chiuso con dati che
confermano un forte interesse degli operatori: oltre 920 milioni
di euro richiesti, 643 progetti presentati per una potenza
complessiva di oltre 1,7 GW.
Ma sottolinea Anie: "in uno scenario di opportunità per il
comparto, esistono tuttavia nel nostro Paese numerosi ostacoli
alla diffusione dell'agrivoltaico, a partire da una
regolamentazione complessa". "La compatibilità con le politiche
agricole è un altro aspetto che può limitare lo sviluppo; in
questo senso oggi le Linee Guida Mase costituiscono il
riferimento per il settore, ma occorre poi introdurre una
definizione normativa chiara di cosa si intenda per "impianto
agrivoltaico".
Secondo le analisi condotte da Anie Confindustria e dal
Politecnico di Milano, si stima che il settore del fotovoltaico
e dell'eolico abbiano generato circa 10 miliardi di euro nel
2023. L'analisi sottolinea che gli investimenti per lo sviluppo
della filiera delle energie rinnovabili (FER) tra il 2024 e il
2030 potrebbero variare tra i 45 e i 90 miliardi di euro, a
seconda dello scenario di crescita delle FER, con un potenziale
occupazionale che potrebbe arrivare fino a 100.000 addetti.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA