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Animalisti, il lupo non è il nemico ma l'Europa si arrende

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Animalisti, il lupo non è il nemico ma l'Europa si arrende

E' capro espiatorio di un modello agricolo incapace di evolversi

ROMA, 08 maggio 2025, 14:12

Redazione ANSA

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© ANSA/EPA

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Con "profonda preoccupazione", l'associazione Animalisti Italiani esprime "ferma contrarietà alla decisione del Parlamento Europeo di abbassare lo status di protezione del lupo da 'strettamente protetto a protetto".
    Il Parlamento ha sostenuto la proposta della Commissione di modificare la direttiva Habitat per allineare lo status di protezione dei lupi alla Convenzione di Berna. Gli Stati membri dell'Ue possono adottare una gestione più flessibile delle popolazioni di lupi, "falsamente giustificata da presunte esigenze di coesistenza con le attività umane, si legge in una nota. "È una decisione pericolosa, miope e fortemente influenzata da pressioni politiche e interessi locali," dichiara il presidente dell'associazione Animalisti Italiani, Walter Caporale. "Il lupo non è il colpevole, ma il capro espiatorio di un modello agricolo e territoriale incapace di evolversi nel rispetto dell'equilibrio naturale. Abbassare il livello di protezione significa aprire la porta a un'ulteriore recrudescenza di abbattimenti, bracconaggio e campagne d'odio verso una specie simbolo della biodiversità europea".
    Nonostante la possibilità per i singoli Stati di mantenere norme più severe, spiega l'associazione, "la nuova classificazione rappresenta un segnale politico gravemente sbagliato" che rischia di indebolire decenni di progressi nella tutela di una specie ancora vulnerabile sotto molti aspetti.
    "La crescita delle popolazioni di lupo - continua Caporale - è una storia di successo della conservazione. Non possiamo trasformarla in un problema da 'gestire' con i fucili. Si vergognino i partiti che hanno votato a favore del declassamento del lupo".
    La vera sfida "è promuovere soluzioni intelligenti: recinzioni elettrificate, cani da guardia, risarcimenti equi e tempestivi. Non il ritorno al Medioevo". Animalisti Italiani chiede al Governo italiano di non seguire l'esempio del Parlamento europeo e di mantenere lo status di "strettamente protetto" nella normativa nazionale.
   

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