Con "profonda preoccupazione",
l'associazione Animalisti Italiani esprime "ferma contrarietà
alla decisione del Parlamento Europeo di abbassare lo status di
protezione del lupo da 'strettamente protetto a protetto".
Il Parlamento ha sostenuto la proposta della Commissione di
modificare la direttiva Habitat per allineare lo status di
protezione dei lupi alla Convenzione di Berna. Gli Stati membri
dell'Ue possono adottare una gestione più flessibile delle
popolazioni di lupi, "falsamente giustificata da presunte
esigenze di coesistenza con le attività umane, si legge in una
nota. "È una decisione pericolosa, miope e fortemente
influenzata da pressioni politiche e interessi locali," dichiara
il presidente dell'associazione Animalisti Italiani, Walter
Caporale. "Il lupo non è il colpevole, ma il capro espiatorio di
un modello agricolo e territoriale incapace di evolversi nel
rispetto dell'equilibrio naturale. Abbassare il livello di
protezione significa aprire la porta a un'ulteriore
recrudescenza di abbattimenti, bracconaggio e campagne d'odio
verso una specie simbolo della biodiversità europea".
Nonostante la possibilità per i singoli Stati di mantenere
norme più severe, spiega l'associazione, "la nuova
classificazione rappresenta un segnale politico gravemente
sbagliato" che rischia di indebolire decenni di progressi nella
tutela di una specie ancora vulnerabile sotto molti aspetti.
"La crescita delle popolazioni di lupo - continua Caporale -
è una storia di successo della conservazione. Non possiamo
trasformarla in un problema da 'gestire' con i fucili. Si
vergognino i partiti che hanno votato a favore del declassamento
del lupo".
La vera sfida "è promuovere soluzioni intelligenti:
recinzioni elettrificate, cani da guardia, risarcimenti equi e
tempestivi. Non il ritorno al Medioevo". Animalisti Italiani
chiede al Governo italiano di non seguire l'esempio del
Parlamento europeo e di mantenere lo status di "strettamente
protetto" nella normativa nazionale.
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