GINEVRA - L'alto commissario dell'Onu per i diritti umani, Volker Turk, ha affermato che il nuovo piano di Israele per conquistare Gaza "accresce le preoccupazioni" circa la capacità dei palestinesi di continuare a vivere nel territorio "come gruppo".
Turk ha sottolineato in particolare il trasferimento forzato della popolazione nel sud della Striscia o le minacce di espulsione dei palestinesi da Gaza espresse dai funzionari israeliani.
Su Israele e Gaza "La nostra posizione è sempre quella del cessate il fuoco", dice il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, a margine della presentazione del rapporto Confindustria-Luiss sulle imprese estere in Italia.
"Continuiamo a dire quello che pensiamo, non abbiamo mai cambiato posizione. Stiamo facendo tutto ciò che è possibile, soprattutto per gli aiuti umanitari che sono quelli di cui c'è più bisogno in questo momento perché la popolazione civile è arrivata dallo stremo".
Dopo gli ultimi annunci, c'è una linea rossa che Israele non dovrebbe superare? "La nostra posizione - ribadisce Tajani - è sempre quella di aiutare la popolazione civile ad evitare un peggioramento della situazione. Noi siamo estremi difensori del cessate il fuoco, liberazione degli ostaggi, fine delle sofferenze della popolazione civile, che non ha nulla a che vedere con Hamas".
In una dichiarazione resa nota a Ginevra, l'Alto commissario Onu dei diritti umani delle Nazioni Unite Volker Türk indica che i riferiti piani di Israele di trasferire "forzatamente" la popolazione di Gaza in una piccola area nel sud della Striscia e le minacce di deportare i palestinesi fuori da Gaza "aggravano ulteriormente le preoccupazioni che le azioni di Israele mirino ad infliggere ai palestinesi condizioni di vita sempre più incompatibili con la loro continuata esistenza a Gaza come gruppo" .
"Non c'è motivo di credere che insistere sulle strategie militari, che in un anno e otto mesi non hanno portato a una soluzione duratura, incluso il rilascio di tutti gli ostaggi, ora avrà successo. Al contrario - aggiunge l'Alto commissario -, l'espansione dell'offensiva su Gaza causerà quasi certamente ulteriori sfollamenti di massa, più morti e feriti tra i civili innocenti e la distruzione delle poche infrastrutture rimaste a Gaza". Gli abitanti di Gaza - aggiunge - sono già stati privati di tutti i beni di prima necessità, in particolare il cibo e "qualsiasi ricorso alla fame della popolazione civile come metodo di guerra costituisce un crimine di guerra", ha ribadito.
Per Turk, l'unica soluzione duratura a questa crisi "risiede nel pieno rispetto del diritto internazionale, come stabilito dalla Corte Internazionale di Giustizia".
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