"L'intelligenza artificiale non
lascia più spazio all'artista, tu non sei più creativo, ti
arrendi e decide lei". Così Tanino Liberatore nel corso di
Comicon 2025, parlando dell'IA "che è sempre in maggiore
espansione anche nell'arte, prendendo a volte delle sue strade
difficili da combattere. Nella lotta tra umanità e tecnologia
vince spesso quest'ultima e spaventa, perché non è vera
creatività. Ma arriva e resterà. Ci allontaniamo ma ora capisco
che devo studiarla per vedere le sue strade". Liberatore ne ha
parlato nel corso dell'incontro "La creatività, secondo me", un
dialogo con l'artista inglese Dave McKean al Comicon 2025.
Molto polemico anche l'artista britannico: "La creatività -
ha detto - è processo creativo, sul fare, sbagliare, cambiare.
Arrivare al risultato per la macchina elettronica invece non è
creatività. L'arte resta una attività umana che si collega a
momenti personali dell'artista e all'empatia con altre persone,
creando una connessione umana potentissima. L'Ia ha anche un
nome sbagliato, perché non crea connessioni come l'intelligenza
umana. Vale molto in medicina, nella biologia ma stia fuori
dall'arte".
McKean, che a Comicon Napoli 2025 porta la sua opera inedita
in Italia "Raptor - Una storia di Sokól", ha spiegato di aver
studiato il tema: "Quando mi dissero dell'intelligenza
artificiale reagii subito chiudendomi, mettendomi in posizione
fetale perché la mia vita mi sembrava finita. Poi ho cominciato
a studiarla per due anni e come risposta ho scritto un libro sul
rapporto con l'Ia con cui ho lavorato per un mese, vedendo che
usa semplicemente il lavoro degli artisti, senza chiedere
permessi e quindi fa cose non etiche. Nell'arte vera servono le
nuove idee e noi artisti dobbiamo seguire la nostra fantasia,
perché se scrivi due parole di ricerca nel motore sul pc vuol
dire che la tua creatività sia finita. Il processo umano
significa affrontare sfide, cambiare modo di fare, questa è
l'arte, non solo il risultato finale".
I due artisti hanno parlato anche del loro rapporto con i
disegni per le copertine dei dischi su cui entrambi lavorano.
"Quando cominciai a fare copertine - ha ricordato Liberatore -
il disco non era ancora uscito e quindi non potevo sentire la
musica. Ma con chi avevo un rapporto personale di amicizia
funzionava, ricordo ad esempio sulle copertine di Frank Zappa.
Poi negli anni lo scenario è cambiato e ho sempre sentito prima
la musica del disco. Ma per realizzare la copertina devi anche
parlare con il musicista, perché non sei da solo". McKean spiega
che lui da ragazzo suonava il pianoforte che ha poi abbandonato
quando entrò alla scuola di disegno artistico "ma poi ho
disegnato - ha detto - un centinaio di copertine di musica che
mi piaceva, ho lavorato con Alice Cooper e Tory Amos, tutto era
variegato musicalmente e quindi le immagini che producevo erano
molto diverse. Di solito io sento l'album e poi sento le
reazioni emozionali, non faccio una spiegazione del titolo del
disco ma qualcosa che invoca la musica che ascolterai. Prendo
appunti, faccio disegni su quello che la musica mi trasmette,
trasformando in immagine quello che la musica mi provoca".
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