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Liberatore e McKean al Comicon, 'Ia nell'arte uccide creatività'

Liberatore e McKean al Comicon, 'Ia nell'arte uccide creatività'

Confronto a due voci dalla tecnologia al rapporto con la musica

NAPOLI, 04 maggio 2025, 16:57

Redazione ANSA

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"L'intelligenza artificiale non lascia più spazio all'artista, tu non sei più creativo, ti arrendi e decide lei". Così Tanino Liberatore nel corso di Comicon 2025, parlando dell'IA "che è sempre in maggiore espansione anche nell'arte, prendendo a volte delle sue strade difficili da combattere. Nella lotta tra umanità e tecnologia vince spesso quest'ultima e spaventa, perché non è vera creatività. Ma arriva e resterà. Ci allontaniamo ma ora capisco che devo studiarla per vedere le sue strade". Liberatore ne ha parlato nel corso dell'incontro "La creatività, secondo me", un dialogo con l'artista inglese Dave McKean al Comicon 2025.
    Molto polemico anche l'artista britannico: "La creatività - ha detto - è processo creativo, sul fare, sbagliare, cambiare.
    Arrivare al risultato per la macchina elettronica invece non è creatività. L'arte resta una attività umana che si collega a momenti personali dell'artista e all'empatia con altre persone, creando una connessione umana potentissima. L'Ia ha anche un nome sbagliato, perché non crea connessioni come l'intelligenza umana. Vale molto in medicina, nella biologia ma stia fuori dall'arte".
    McKean, che a Comicon Napoli 2025 porta la sua opera inedita in Italia "Raptor - Una storia di Sokól", ha spiegato di aver studiato il tema: "Quando mi dissero dell'intelligenza artificiale reagii subito chiudendomi, mettendomi in posizione fetale perché la mia vita mi sembrava finita. Poi ho cominciato a studiarla per due anni e come risposta ho scritto un libro sul rapporto con l'Ia con cui ho lavorato per un mese, vedendo che usa semplicemente il lavoro degli artisti, senza chiedere permessi e quindi fa cose non etiche. Nell'arte vera servono le nuove idee e noi artisti dobbiamo seguire la nostra fantasia, perché se scrivi due parole di ricerca nel motore sul pc vuol dire che la tua creatività sia finita. Il processo umano significa affrontare sfide, cambiare modo di fare, questa è l'arte, non solo il risultato finale".
    I due artisti hanno parlato anche del loro rapporto con i disegni per le copertine dei dischi su cui entrambi lavorano.
    "Quando cominciai a fare copertine - ha ricordato Liberatore - il disco non era ancora uscito e quindi non potevo sentire la musica. Ma con chi avevo un rapporto personale di amicizia funzionava, ricordo ad esempio sulle copertine di Frank Zappa.
    Poi negli anni lo scenario è cambiato e ho sempre sentito prima la musica del disco. Ma per realizzare la copertina devi anche parlare con il musicista, perché non sei da solo". McKean spiega che lui da ragazzo suonava il pianoforte che ha poi abbandonato quando entrò alla scuola di disegno artistico "ma poi ho disegnato - ha detto - un centinaio di copertine di musica che mi piaceva, ho lavorato con Alice Cooper e Tory Amos, tutto era variegato musicalmente e quindi le immagini che producevo erano molto diverse. Di solito io sento l'album e poi sento le reazioni emozionali, non faccio una spiegazione del titolo del disco ma qualcosa che invoca la musica che ascolterai. Prendo appunti, faccio disegni su quello che la musica mi trasmette, trasformando in immagine quello che la musica mi provoca".
   
   

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