L'insostenibile leggerezza di Anna Sui: la stilista cinese-americana, una dei pochi sopravvissuti tra le griffe che ai primi anni Novanta hanno messo New York sulla mappa della moda internazionale, ha portato in passerella per la primavera-estate 2020 un'idea di femminilità indomita e stravagante, leggera come l' aria e spumeggiante di dolcezza. Niente pop, punk o grunge, ma un pizzico di Victorian age e soprattutto il mondo di Lila de Nobili, artista teatrale nata a Lugano da famiglia italiana che a meta' Novecento lavoro' con Luchino Visconti e Maria Callas in una memorabile Traviata, e poi con Peter Hall, Frederick Ashton al Royal Ballet, Franco Zeffirelli per l'Aida, diventando controvoglia una leggenda. Eteree come come una nuvola o come un soffio di vento, le donne di Lila sono lo spirito che la Sui ha cercato di catturare con abitini di chiffon a fiorellini stratificati come un moderno millefoglie e indossati sopra i pantaloni o sotto il gilet. La passerella, presente l'intero clan della stilista nata a Detroit ma cresciuta a New York, e' stata la prima di due per Anna Sui al cui talento il Museum of Art and Design a Columbus Circle dedica da oggi una retrospettiva per raccontare la storia di un'artista indipendente che trent'anni fa ha reinventato la moda ispirata al pop con una linea romantica e rock and roll finendo per diventare una icona del design ancora ad oggi. Un centinaio di manichini declinano gli archetipi della Sui che in una lunga carriera ha esplorato i mondi delle cow girls e del grunge, del Mod, dei preraffaelliti, delle rockettare e delle nomadi del surf.
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