Marco Polo International, la società attraverso cui i cinesi di Sinochem partecipano al capitale di Pirelli, ha respinto la proposta sulla governance del gruppo italiano "perché potenzialmente dannosa per Pirelli e, nel complesso, gravemente iniqua e squilibrata nei confronti di tutti gli azionisti di Pirelli" con la sola "eccezione di Camfin". La dura risposta arriva all'indomani del cda nel corso del quale i consiglieri espressi dall'azionista cinese hanno votato contro la trimestrale. Nel comunicato sui conti il gruppo guidato da Marco Tronchetti Provera ha fatto anche sapere che le trattative con il suo maggiore azionista (al 37%), per risolvere i problemi legati allo sbarco dei pneumatici intelligenti sul mercato statunitense, non hanno avuto esito positivo perché Sinochem ha rifiutato le proposte di Pirelli e preferito presentare una propria proposta agli uffici del golden power, senza peraltro condividerla col gruppo italiano. "Respingiamo con fermezza le accuse prive di fondamento" contenute nel comunicato stampa diffuso, sempre mercoledì, da Camfin "ed esprimiamo preoccupazione circa le reali finalità perseguite da Camfin e circa i potenziali conflitti di interesse di soggetti che ricoprono un duplice ruolo chiave in entrambe le società Pirelli e Camfin", è l'attacco sferrato da Marco Polo, senza citarlo, all'indirizzo di Tronchetti Provera, azionista insieme alle banche Intesa e Unicredit della holding socia al 26,4% di Pirelli. Al termine del consiglio di amministrazione della partecipata Camfin aveva bollato come "non collaborativo e apparentemente non motivato" l'atteggiamento di Sinochem nel supportare il percorso per risolvere le problematiche legate allo sviluppo sul mercato Usa, dichiarandosi pronta a valutare gli effetti del comportamento dei cinesi sull'azienda e sul patto parasociale. Lo scontro si era alzato di tono dopo che Pirelli, in occasione dell'approvazione del bilancio 2024, aveva dichiarato decaduto il controllo di Sinochem. La decisione era stata duramente contestata dal socio cinese mentre il gruppo della Bicocca lo aveva definito "un primo passo" seppur "non risolutivo" per adeguare la governance alla normativa Usa contro le aziende collegate alla Cina, che rischia di bloccare l'accesso dei cyber tyre di Pirelli negli Stati Uniti. Si tratta di un mercato che già oggi rappresenta il 20% dei ricavi del gruppo e il 40% di quelli nel segmento 'high value'. In ogni caso ora Marco Polo ribadisce il sostegno a Pirelli e conferma la "volontà di collaborare con gli azionisti, il management di Pirelli e le autorità competenti per sostenere costantemente la crescita e lo sviluppo della società". In Borsa tuttavia il titolo ha sofferto, pur davanti a risultati del trimestre superiori alle attese, e ha chiuso la seduta in calo del 2,7 per cento.
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