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ANSA/ Zverev e il diabete, 'non ho permesso che mi fermasse'

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ANSA/ Zverev e il diabete, 'non ho permesso che mi fermasse'

Ci convive da bambino. A Roma l'incontro con Davide di 8 anni

ROMA, 06 maggio 2025, 20:50

Redazione ANSA

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(di Livia Parisi) Numero due del tennis al mondo, nato ad Amburgo nel 1997, Alexander Zverev non ha mai rinunciato ai suoi sogni, nonostante sin dall'età di quattro anni conviva con una malattia cronica autoimmune. "Avere una vita normale per chi ha il diabete è possibile. Ed è possibile anche diventare degli atleti", spiega il campione, intervenuto all'evento 'Ridurre il peso del diabete attraverso la tecnologia', organizzato a Roma da Medtronic. "È importante - aggiunge - che genitori e bambini sappiano che non ci sono limiti. Non ho mai lasciato che il diabete mi fermasse. Se riuscirò a ispirare altre persone nella mia condizione a continuare a inseguire i propri sogni e a realizzare tutto ciò di cui sono capaci, avrò fatto una piccola differenza".
    Il diabete è una malattia cronica dovuta a un'alterazione della produzione o dell'utilizzo dell'insulina, un ormone prodotto dal pancreas che regola i livelli di zucchero nel sangue e permette alle cellule di utilizzare l'energia. In Italia, oltre 3,5 milioni di persone convivono con il diabete di tipo 2, legato agli stili di vita, mentre 259.000 hanno il diabete di tipo 1, la forma autoimmune che insorge da giovani: la vita di chi ne è affetto è scandita da misurazioni della glicemia, insulina e farmaci per tenere sotto controllo le complicanze. Anche per Sasha non sono mancate le difficoltà, a partire dalla necessità di fare le iniezioni di insulina durante i cambi campo. Ma il pensiero del tennista tedesco, a Roma per gli Internazionali d'Italia 2025, è ora sempre più rivolto a chi non può curarsi. "Nel 2022 - racconta - mi sono dovuto fermare per via di un infortunio alla caviglia e ho avuto l'opportunità di fare una cosa a cui pensavo da tempo. Così con mio fratello abbiamo fondato la Alexander Zverev Foundation, un'associazione che mira a aiutare giovani con diabete che in molti Paesi non possono permettersi cure".
    Nato in una famiglia di origini russe, Zverev, con la sua determinazione, ha ispirato altri a perseguire le proprie aspirazioni, nonostante le difficoltà. Ad ascoltarlo, c'è anche Davide che ha 8 anni, vive a Torino e condivide con il suo beniamino la passione per il tennis e la malattia. Ma, racconta, "quando sono in campo dimentico il diabete". A Zverev, Davide ha lasciato un messaggio: "Mi hai mostrato che niente è impossibile". "La prima reazione alla notizia della diagnosi - ricorda commosso Gianni, il padre di Davide - è stata di shock, non sapevamo nulla sulla patologia. Ci sono stati anche pianti, ma ci ha reso uniti e abbiamo scoperto la rete di solidarietà tra pazienti".
    Un grande aiuto arriva oggi da nuove tecnologie in grado di evitare i rischiosi picchi di ipoglicemia che possono causare svenimenti, fino al coma. Il loro utilizzo cresce, specie tra i giovanissimi: oltre il 95% dei bambini e ragazzi con diabete tipo 1 utilizza un sensore continuo di monitoraggio della glicemia, mentre il 40% è in terapia con microinfusori che somministrano insulina.
    "Quando mi è stato diagnosticato il diabete, circa venti anni fa, la situazione era diversa. Io sto vivendo il mio sogno - dice Zverev - ma non sono l'unico esempio di atleta con questa condizione. E oggi, grazie alle tecnologie disponibili, non c'è motivo per cui chi ha il diabete non possa vivere al meglio la propria vita".
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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