In Italia otto giovani oncologi su dieci sono colpiti dalla sindrome di burnout. Eccessivi carichi di lavoro, troppo tempo da dedicare ad aspetti burocratici invece che alla pratica clinica, difficoltà nel comunicare con pazienti e i caregiver sono alcune delle cause principali. Il burnout in ambito lavorativo, che si manifesta soprattutto con ansia, irritabilità, demotivazione, senso di frustrazione e di fallimento e riduzione dell'autostima, è un problema che gli oncologi under 40 italiani condividono con i colleghi coetanei europei e che può compromettere la qualità dell'assistenza.
Una delle azioni da mettere in campo per contrastare il fenomeno è rappresentato dalla formazione, che rientra tra le priorità dell'Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom). Lo testimoniano gli Aiom Games, tre appuntamenti, ideati e realizzati dalla Società scientifica, per mettere in luce i giovani camici bianchi attraverso approfondimenti e dibattiti. Il progetto è stato presentato in conferenza stampa. "Il 53% dei soci Aiom ha meno di 40 anni - spiega Francesco Perrone, presidente Aiom -. I giovani medici, anche per la minore esperienza nel gestire le esigenze dei pazienti oncologici, sono più esposti al rischio di sviluppare questi disturbi. E' fondamentale investire nella loro formazione. Aiom Games è un format innovativo, un'occasione di apprendimento con esercitazioni pratiche su diagnosi e terapia oncologica, role playing e dibattiti".
"Il rischio di logoramento per i professionisti che ogni giorno curano i pazienti oncologici è elevato e il burnout non deve essere sottovalutato, perché ha un impatto negativo sul nostro lavoro - sostiene Angela Toss, coordinatrice del Working Group Aiom Giovani -. Eccessivi livelli di stress possono spingere molti studenti di medicina a scegliere altre specializzazioni". I tre appuntamenti di Aiom Games sono stati dedicati al cancro del polmone, sarcomi, tumori ereditari della mammella, carcinomi gastrici e ginecologici, neoplasie prostatiche, epatocarcinoma e tumori delle vie biliari. "Sono patologie in cui l'innovazione in oncologia ha determinato significativi progressi", prosegue Saverio Cinieri, presidente di Fondazione Aiom .
"La ricerca deve proseguire a 360 gradi, individuando strategie - conclude Perrone -. I giovani oncologi possono e devono avere un ruolo importante anche grazie alla forte propensione al lavoro di squadra e a creare".
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