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Scoperto il segreto dell’erionite, killer peggiore dell’amianto

Scoperto il segreto dell’erionite, killer peggiore dell’amianto

Il meccanismo fa morire le cellule e può ripetersi all'infinito

23 marzo 2025, 14:47

di Benedetta Bianco

ANSACheck
L 'erionite diventa estremamente tossica se inalata (fonte: Paolo Ballirano) - RIPRODUZIONE RISERVATA

L 'erionite diventa estremamente tossica se inalata (fonte: Paolo Ballirano) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Esiste un materiale ‘killer’ centinaia di volte peggiore dell’amianto: è l’erionite, un minerale comunemente impiegato in diversi settori, dall’edilizia all’agricoltura, normalmente innocuo ma che diventa estremamente tossico se inalato. Adesso, grazie allo studio italiano di Università Sapienza di Roma, Università di Genova, Enea e Centro Interuniversitario 3R di Pisa, è stato finalmente identificato il suo meccanismo d’azione, rimasto finora poco chiaro: la pericolosità dell’erionite deriva dal fatto che non solo provoca la morte delle cellule, ma che, una volta entrata nel corpo, può continuare a fare danni all’infinito. La ricerca è stata pubblicata sul Journal of Hazardous Materials.

Gli autori dello studio guidati da Paolo Ballirano della Sapienza hanno analizzato i cambiamenti strutturali e chimici che avvengono nelle fibre del minerale quando queste vengono ‘mangiate’ dai macrofagi presenti nei polmoni, gli spazzini del sistema immunitario. Hanno così osservato che l’erionite fa aumentare il pH all’interno di queste cellule e causa il malfunzionamento dei lisosomi, gli organelli cellulari responsabili della degradazione di corpi estranei.

“L’innalzamento del pH cellulare fa inoltre aumentare la richiesta di energia, che viene soddisfatta da un’iperattivazione dei mitocondri, le centrali energetiche della cellula”, dice Sonia Scarfì di Università di Genova e Centro 3R, tra i ricercatori coinvolti. “Il risultato è un aumento della produzione di radicali liberi e la sofferenza dei mitocondri, che può portare alla morte cellulare”, prosegue Scarfì. “Data la notevole stabilità chimica dell’erionite nei fluidi biologici – aggiungono Ballirano e Scarfì – questo meccanismo può ripetersi potenzialmente all’infinito, e ciò porta a infiammazione cronica e al potenziale sviluppo di cancro”.

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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