Errori umani, configurazioni errate o attacchi mirati, anche a infrastrutture cloud. Ogni ambiente informatico può essere oggetto di perdita di dati, che si tratti di contenuti personali o relativi al lavoro. Per questo cresce la necessità del 'backup' dei dati, la buona norma di salvare diverse copie da utilizzare in caso di problemi o di violazioni. Lo fa l'87% delle persone, ma il 68% delle intrusioni resta ancora imputabile ad errore umano.
"Il backup non è un optional, ma una garanzia di sopravvivenza aziendale", spiega Alessio Pennasilico, del Comitato Scientifico di Clusit, in occasione del World Backup Day, la giornata che ogni 31 marzo ricorda l'importanza di copie ricorrenti di dati, per un eventuale ripristino. Proprio secondo i dati del Rapporto 2025 del Clusit, l'Associazione italiana per la sicurezza informatica, in Italia nel 2024 si è concentrato il 10% degli attacchi cyber globali, con incidenti cresciuti del 15% rispetto all'anno precedente e il 53% di essi è stato classificato come "grave", dato di poco superiore alla media globale (50%).
Stando ad una ricerca condotta su oltre 6 mila persone da Western Digital, l'87% delle persone già esegue il backup per proteggere i dati personali principalmente per paura di perdere i file (83%), liberare spazio sul dispositivo (67%) e proteggersi dalle minacce informatiche (42%). Eppure c'è ancora chi non esegue una copia perché ritiene di non averne bisogno (36%), di non voler occupare spazio di archiviazione (30%), di non avere tempo da perdere (29%) o di non sapere come fare (23%). Un report indipendente di Acronis, azienda di sicurezza informatica, rivela che una persona su tre non effettua regolarmente il backup dei propri dati. Ancora più, il 4% non sa nemmeno cosa significhi 'backup'. Non basta nemmeno adottare tecnologie all'avanguardia per assicurarsi di essere indenni alla perdita o furto di informazioni.
"Gli hacker sfruttano tecniche avanzate per infiltrarsi silenziosamente nei sistemi, compromettendo le strategie di backup dall'interno prima di colpire. In questo scenario, diventa cruciale adottare un approccio più resiliente alla protezione dei dati" dicono gli esperti di Bitdefender. L'elemento umano resta centrale nell'evitare la perdita involontaria dei dati. Per il Data Breach Investigations Report di Verizon, oltre due terzi (68%) delle violazioni a livello globale è riconducibile a errori umani non intenzionali.
"Con pochi e semplici passaggi si possono evitare danni enormi di tipo economico e soprattutto di immagine" affermano da Verizon. C'è anche il rischio che il backup sia considerato come un costo superfluo, da poter evitare. "Così come non riteniamo inutile investire nell'assicurazione dell'auto, pur sperando di non averne mai bisogno, allo stesso modo dotarsi degli strumenti più adatti al proprio business per proteggere i propri dati è un gesto necessario" aggiunge Pennasilico del Clusit. Una strategia valida è quella del 3-2-1: tre copie di dati, due su supporti fisici diversi tra loro, ad esempio il computer che si usa ogni giorno e un hard disk esterno, e una su un servizio cloud, accessibile ovunque e in qualsiasi momento.
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