PARIGI - Oltre al 'Bacio dell'Hotel de Ville': Parigi rende omaggio a uno dei suoi fotografi più emblematici, Robert Doisneau (1912-1994), con una grande mostra in programma dal 17 aprile al Musée Maillol. Intitolata 'Robert Doisneau. Instants Donnés', la retrospettiva con oltre 350 foto su un percorso di tre piani - la più importante degli ultimi vent'anni - consente di (ri)scoprire quanto l'opera del fotografo mondialmente riconosciuto per il suo fortunato 'Baiser de l'Hôtel de Ville' ('Il Bacio davanti all'Hotel de Ville'), sia in realtà molto più ricca e articolata di quello scatto in bianco e nero, divenuto simbolo di una Parigi reale o presunta "città dell'amore". In oltre mezzo secolo di carriera (1934-1992), Doisneau non si è limitato a ritrarre amanti avvinghiati lungo le rive della Senna. Al contrario, si è soprattutto concentrato sulla realtà di una metropoli in pieno mutamento, a cominciare dai suoi aspetti sociali più difficili e problematici, come la miseria e l'emarginazione della sue banlieues. Lungo il percorso, declinato intorno ad una decina di tematiche, si ritrovano i bambini di strada dell'immediato dopoguerra, come un'eco al neorealismo italiano tra baracche e terrains-vagues, fino ai clochards e le prostitute della rue Saint-Denis. Un'altra sezione è consacarata ai tanti artisti ritratti da Doisneau nel corso del tempo. Tra questi, l'amico di sempre, Jacques Prévert, ma anche Pablo Picasso, Niki de Saint-Phalle, Orson Welles o Alberto Moravia. In mostra anche aspetti meno noti della prolifica carriera del fotografo, come quando lavorava per l'agenzia Rapho o per pubblicità come Orangina o Renault. Per qualche anno, a cavallo tra la fine degli anni '40 e '50, il fotografo fu anche assunto dal settimanale Vogue. Notevole, di quel periodo, il reportage sulle 'Concierges', le portinaie di Parigi, con cui portò spaccati di vita popolare nel mondo scintillante della moda. "Un fotografo umanista, profondamente radicato alla realtà parigina e alle sue periferie", dice la curatrice, Isabelle Benoit, che ha selezionato le foto in mostra (tra le 450.000 dell'Atelier Robert Doisneau) insieme alla figlia del fotografo, Annette Doisneau e alla sorella Francine Deroudille. L'esposizione mette anche in luce aspetti meno noti, come i collage o gli assemblaggi fotografici dagli accenti surrealisti, o la ricostituzione dell'atelier di Doisneau, realizzato dalla nipote Sonia Arnstam. Tra le varie sezioni, anche una sul rapporto dello spettatore con l'opera d'arte, tra cui la serie 'Devant la Joconde' (Davanti alla Gioconda), consacrata al volto dei visitatori che scoprono il capolavoro di Leonardo al Museo del Louvre. Il percorso si chiude con il 'Doisneau a colori' e un'installazione consacrata al 'Baiser de l'Hôtel de Ville'. La foto divenuta icona mondiale fu tutt'altro che spontanea. Due fidanzati aspiranti attori al Cours Simon, Jacques Carteaud e Francoise Delbart, vennero fatti posare, tra Place de la Concorde e l'Hotel de Ville, per illustrare un reportage di 'Life' del marzo 1950. Intento del magazine Usa era mostrare ai lettori americani che nella capitale francese era possibile baciarsi tranquillamente in strada senza che nessuno si scandalizzasse più di tanto, contrariamente gli Stati Uniti puritani. "È una foto che ha suscitato l'unanimità. E quando c'è unanimità, c'è spesso un errore di partenza", disse lo stesso Doisneau, commentando lo scatto che l'ha reso celebre. Dal 1947, sono circa 250 le esposizioni a lui consacrate in Francia e all'estero. "Se quella foto può essere utile a far conoscere un'opera ben più vasta ben venga", commenta la curatrice della mostra al Musée Maillol. In programma fino al 12 ottobre.
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