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Tre generazioni di donne, una famiglia di immigrati, la libertà: il nuovo romanzo della scrittrice Fatma Aydemir

Tre generazioni di donne, una famiglia di immigrati, la libertà: il nuovo romanzo della scrittrice Fatma Aydemir

La giovane intellettuale ricorda un detto curdo: 'Si può misurare una società sul livello di libertà femminili'

ROMA, 22 marzo 2025, 19:28

di Mauretta Capuano

ANSACheck
- RIPRODUZIONE RISERVATA

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   Un detto curdo afferma che "si può misurare il grado di libertà di una società sul livello di libertà delle donne". Lo richiama alla memoria la giovane scrittrice Fatma Aydemir che nel suo romanzo 'Tutti i nostri segreti' (Fazi) racconta una famiglia di immigrati mettendo a confronto, attraverso tre generazioni di donne, il modo in cui si sono sviluppate nel tempo l'integrazione e l'emancipazione.

"Mi auguro che nessuno consideri scontate le conquiste raggiunte finora, in particolare per le donne e la comunità queer, e vorrei che la terza generazione di migranti fosse solidale con i migranti che arrivano adesso. Bisogna allungare una mano, combattere insieme per i loro diritti" dice all'ANSA la scrittrice che è nata nel 1986 nell'ex Germania Ovest da una famiglia di origine turco-curda.

   'Tutti i nostri segreti', il suo secondo romanzo che ha scalato le classifiche in Germania e che è venuta a presentare alla Festa del Libro e della Lettura Libri Come all'Auditorium Parco della Musica di Roma, è ambientato negli anni Novanta, quando la Germania "non si vedeva come una società di immigrati. Oggi - sottolinea - la percezione è diversa. Sentiamo di far parte della società".

    "La mia generazione, la terza, ha avuto l'istruzione nelle scuole tedesche. Partecipiamo attivamente alla società. I nostri nonni e genitori erano invece completamente isolati. Ma ci sono ancora casi di violenza razzista, prendono sempre più piede. La situazione è in peggioramento" sottolinea Fatma che vive a Berlino e con questo libro, uscito in Germania nel 2022, in fase di pubblicazione in diciassette paesi, è stata tra l'altro finalista al prestigioso premio Deutscher Buchpreis. "Il migrante viene usato come capro espiatorio. Viene identificato come la causa per cui i tedeschi hanno problemi economici, sono in crisi. Così è più facile, ma i problemi sono altrove.

    L'immigrazione è un fenomeno globale. Il razzismo è un sentimento molto potente per mettere le persone una contro l'altra, quando invece hanno in comune molto più di quanto pensino".


    Il protagonista del romanzo, arrivato all'età della pensione dopo trent'anni di lavoro nelle fabbriche tedesche, realizza il sogno di comprare un appartamento a Istanbul, ma, per un malore improvviso, muore pronunciando un nome: 'Ciwan'. Lascia moglie e i quattro figli, due ragazze e due ragazzi e un segreto che viene a galla riaprendo antiche ferite. "La letteratura per me è sempre un atto politico. Se parlo con miei colleghi scrittori tedeschi degli anni Novanta, hanno un ricordo romantico di un momento migliore dell'attuale. Ma tutto dipende dalla prospettiva con cui guardi: gli anni Novanta sono stati un decennio violento per i migranti in Germania. Io all'epoca ero una bambina, ma ora posso focalizzare alcune tematiche e problemi realizzando che ci sono ancora oggi: violenze razziste, omofobia, il ruolo della donna all'interno della società. Sono problematiche senza tempo e che nei vari contesti cambiano forma, ma sono sempre presenti".

I segreti nelle famiglie hanno un ruolo fondamentale: "Sono le storie che non si raccontano per proteggere se stessi e i familiari che non sopporterebbero alcune verità. Sono le storie che si rimuovono per vivere in pace. Mentre scrivevo ho riflettuto su cosa mantenga una famiglia unita. I segreti e il silenzio sono la nostra àncora di salvezza per mettersi a sedere tutti insieme intorno ad un tavolo, anche se crescendo le visioni sono diverse" racconta la scrittrice che vive a Berlino.

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