BOLOGNA, 29 APR - "Chiediamo giustizia". Lo ha detto con grande commozione, con la traduzione del console generale della Tunisia a Bologna Afif Traouli, Rashed Mhat, lo zio di Eddine Bader Essefi, il 19enne morto la sera del 25 aprile, dopo essere caduto in strada alla Barca a Bologna. Anche lui, fratello della madre del giovane, ha partecipato questa mattina, in via Colombi, a un momento di raccoglimento e preghiera per ricordare il nipote sulla cui morte stanno indagando i carabinieri, con il coordinamento della Procura. Per omicidio preterintenzionale sono indagati, a piede libero, due uomini, un italiano e un nordafricano, che hanno avuto contatti con la vittima e che, secondo alcune testimonianze, lo avrebbero aggredito e picchiato, provocandone la caduta.
Oltre al console, erano presenti la fidanzata e gli amici di 19enne e anche il presidente dell'Unione delle Comunità Islamiche d'Italia Yassine Lafram. "Eddine era un giovane che amava la vita - ha proseguito lo zio, che vive in Sicilia e ha raggiunto Bologna dopo l'accaduto - che era pieno di vita, sempre. E' un grande dolore sapere che ha perso la vita in questo modo". In estate Eddine sarebbe rientrato in Tunisia per ritrovare la sua famiglia in occasione del matrimonio della sorella. "Aveva già preso il biglietto - ha concluso lo zio - per tornare a casa in luglio".
E' stata deposta anche una corona di fiori. "I fiori sono un atto simbolico - ha aggiunto il console Traouli - la vita è preziosa dovremo fare, insieme, tutto il possibile per salvare queste vite: la violenza non può essere accettata. Vogliamo capire cosa è accaduto a Eddine, ringraziamo le autorità italiane e locali per la collaborazione per fare il necessario per fare tornare la salma, al più presto, in Tunisia".
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