BOLOGNA, 05 MAG - Dopo aver preso alcune multe per infrazioni al codice della strada a Bologna, aveva presentato ricorsi al prefetto contro le sanzioni, ritenendole infondate. Ai ricorsi, però, non è mai stata data risposta, e il cittadino aveva quindi presentato domanda di annullamento in autotutela. Ma nonostante questo il Comune ha emesso per lui cartelle di pagamento per alcune migliaia di euro. Anni dopo e dopo che l'uomo, assistito dall'avvocato Jacopo Mannini, ha dovuto opporsi, le ingiunzioni, risalenti al 2021 e al 2023, sono state infine annullate da due diversi giudici di pace, per il principio del silenzio assenso: se il prefetto non risponde ad un ricorso contro una sanzione entro i termini di legge (210 giorni), il ricorso viene considerato accolto. In entrambi i casi è stata portata la prova documentale del ricorso, notificato via Pec al prefetto, che non risulta aver mai risposto.
"Accolgo con soddisfazione queste due sentenze che confermano la fondatezza delle nostre ragioni e, mi permetto di dire, la qualità del lavoro svolto. Il giudice di pace - dice l'avvocato Mannini - ha correttamente riconosciuto l'efficacia del silenzio -assenso a seguito dell'inerzia del Prefetto, annullando due ingiunzioni che non avrebbero dovuto essere mai emesse. Resta però l'amarezza per un sistema che costringe i cittadini a rivolgersi al giudice per ottenere ciò che l'Amministrazione avrebbe potuto e dovuto riconoscere in via di autotutela. È una distorsione che appesantisce inutilmente la macchina della giustizia e mina la fiducia dei cittadini nelle istituzioni".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA