BRUXELLES - "Papa Francesco 1956-2025. Un pontefice modernizzatore in un'epoca di populismo e polarizzazione": è l'apertura oggi del Financial Times, che dedica alla figura di Jorge Mario Bergoglio una lunga analisi a pagina 3 dal titolo "Il primo papa latinoamericano era modesto ma non si è mai tirato indietro di fronte agli oppositori". "Il pontificato di Papa Francesco, scomparso all'età di 88 anni, sarà ricordato per le lotte di potere e le aspre dispute dottrinali tra progressisti e conservatori combattute ai massimi livelli del Vaticano e della Chiesa cattolica romana in tutto il mondo", scrive il quotidiano britannico.
Il Financial Times ricorda tra l'altro che la sua elezione nel 2013 ha rispecchiato il "costante movimento del cattolicesimo romano". Anche se ispirato dall'umiltà, Francesco non ha esitato ad affrontare temi divisivi e a criticare apertamente le ingiustizie del mondo contemporaneo, scrive, ricordando che ha denunciato le politiche migratorie di Donald Trump, promosso il dialogo interreligioso e cercato di "ripulire alcuni dei detriti del passato della Chiesa".
Tra gli atti più significativi, ricorda il quotidiano, l'enciclica Laudato si', dove scrisse che "la terra, la nostra casa, sta iniziando ad assomigliare sempre di più a un immenso cumulo di immondizia"; l'esortazione Amoris Laetitia, che apriva ai sacramenti per i divorziati risposati, suscitando forti reazioni da parte dei conservatori. Pur criticato da entrambe le parti - "non era affatto il beniamino dei cattolici progressisti" - Papa Francesco ha convocato un Sinodo per affrontare le sfide della Chiesa globale e sostenuto una "maggiore partecipazione delle donne alle posizioni di governo". Sul fronte delle riforme, ha rafforzato la lotta contro la corruzione e gli abusi, rendendo "la tutela e la protezione dei minori una parte fondamentale della struttura del governo centrale della Chiesa". Francesco ha cercato di guidare la Chiesa in un'epoca turbolenta, senza mai diventare davvero, come lo descrivevano i suoi critici, "il demone ultraliberale dell'immaginario conservatore moderno".
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