"La deriva verso la privatizzazione della sanità pubblica in Fvg non è più sotto traccia ma è sotto gli occhi di tutti". E' la denuncia di una consigliera regionale, Simona Liguori della Civica Fvg, commentando il presidio che si è tenuto ieri davanti alla sede della Comunità di Montagna della Carnia, dove il consiglio comunale di Tolmezzo aveva convocato l'assessore regionale alla Sanità, Riccardo Riccardi, per chiedere chiarimenti sul progetto di esternalizzazione del personale del locale Pronto soccorso.
"Esternalizzare servizi essenziali dicendo 'o così o si chiude' - ha aggiunto - significa trasformare radicalmente la nostra sanità, spingendo cittadini e professionisti fuori dal sistema pubblico, verso un modello a doppia velocità: chi può permettersela e chi resta indietro. La manifestazione di Tolmezzo, come quelle recenti a Trieste, Spilimbergo e Latisana, dimostra che i cittadini non sono più disposti ad accettare questo smantellamento".
Tra gli organizzatori del flash mob, ci sono anche Mirco Dorigo, che sottolinea la natura apartitica dell'iniziativa: "Abbiamo voluto una manifestazione senza colori politici, perché la sanità è di tutti, come i tagli, i depotenziamenti, le razionalizzazioni che da anni colpiscono la Carnia". Dorigo ha criticato l'introduzione di personale esterno al Pronto soccorso: "Tolmezzo ha 12 medici effettivi, è l'ospedale messo meglio in Asufc. Il problema non è lì, ma nella carenza di medici di base e guardia medica sul territorio. Così si aggiunge solo una toppa". Secondo Dorigo, infine, la vera intenzione è "drenare personale da Tolmezzo per coprire carenze a Udine", mentre l'incontro "a porte chiuse" in Comunità montana "rifiutando la richiesta di confronto tra la gente" è stato percepito come "un atto offensivo e poco trasparente".
Ieri l'assessore intervenendo a Tolmezzo aveva annunciato: "Manterremo aperti i servizi sanitari come i Pronto soccorso (Ps), nonostante le difficoltà dettate da scarse risorse professionali, norme nazionali e limiti strutturali". L'assessore aveva aggiunto che "è facile, oggi, cavalcare il malcontento, ma governare davvero significa trovare soluzioni sostenibili che rispondono alle esigenze di tutti, oltre la sterile e dannosa propaganda politica di qualcheduno, superando una resistenza che va contro il bene dei cittadini, veri destinatari del processo di riorganizzazione del sistema sanitario regionale che stiamo portando avanti con responsabilità e decisione, con la finalità di adeguare modelli superati alla realtà del nostro tempo".
Inoltre, se "oggi la medicina e la tecnologia consentono cure molto più rapide rispetto a 50 anni fa", è anche vero che "il nostro sistema sanitario è ancora organizzato su un modello pensato per la società di mezzo secolo fa". Considerando anche che "il modello tradizionale del 'medico di famiglia fiduciario', in questo momento, non è più garantibile con gli attuali numeri". In questo scenario, "le esternalizzazioni in questo momento storico sono necessarie", non per "una scelta ideologica, ma perché unico modo per continuare a mantenere aperti i servizi. Se non esternalizziamo, molti di essi rischiano la chiusura", aveva concluso Riccardi.
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