Sarà una "Norma" diversa dal consueto quella che il Carlo Felice proporrà dal 2 maggio. La nuova produzione (in coproduzione con il Comunale di Bologna) è stata presentata nel foyer del Teatro: con il sovrintendente Claudio Orazi e il direttore artistico Pierangelo Conte il direttore d'orchestra Riccardo Minasi, la regista Stefania Bonfadelli e parte del cast. La novità sta nella scelta di proporre, in date consecutive (le prime due il 2 e il 3 maggio), due versioni differenti del capolavoro belliniano.
"In questo caso - ha spiegato Conte - non abbiamo un primo e un secondo cast, ma due cast alternativi. Uno interpreterà una versione, l'altro l'altra". Alla base di questa operazione c'è l'edizione critica dell'opera che ha curato lo stesso Minasi (direttore musicale del Carlo Felice) con Maurizio Biondi: "'Norma' - ha spiegato il direttore - è un caso particolarmente ingarbugliato. Bellini ha lasciato diverse versioni. Quella ufficiale che in genere viene eseguita si basa su un'edizione Ricordi del 1915 e differisce dall'autografo che è composto da due volumi contenenti diversi fascicoli assemblati in un secondo tempo. Le differenze stanno nella strumentazione, nella 'Casta diva', nel coro 'Guerra guerra!' e nel terzetto finale del I atto".
I due cast sono formati da Vasilisa Berzhanskaya e Gilda Fiume (Norma), Carmela Remigio e Anna Dowsley (Adalgisa), Stefano Pop e Antonio Corianò (Pollione), Alessio Cacciamani e Mariano Buccino (Oroveso) e inoltre Simona Di Capua (Clotilde) e Blagoj Nacoski (Flavio). "Norma - ha detto Bonfadelli - è un'opera di donne e un esempio pressoché unico nel teatro di solidarietà femminile. Adalgisa non è antagonista di Norma, nel momento in cui le due donne scoprono di amare lo stesso uomo (un nemico) non c'è scontro ma una dichiarazione di amicizia reciproca. Norma è antagonista di se stessa". Questa operazione su Norma, ha detto Orazi, "costituisce il secondo nostro impegno di carattere musicologico su Bellini, dopo l'edizione originale di 'Bianca e Fernando'. Anche una Fondazione lirica, senza avere un festival dedicato, può operare in questo campo favorendo una sempre maggiore conoscenza del nostro grande repertorio".
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