"Il mio era solo un parere, non era
una verifica ex decreto legislativo 50. Dopo il crollo del
Morandi il capo della comunicazione di Aspi Francesco Delzio e
Michele Donferri Mitelli (uno dei 58 imputati, ndr) volevano
rispondere a un articolo di giornale facendo passare il mio
documento come una verifica. Dissi che non era possibile e mi
risposero che ci avrebbero pensato loro". È uno dei passaggi
chiave dell'esame di Claudio Bandini, ex dirigente di
Autostrade, primo imputato della società a sottoporsi
all'interrogatorio nel corso del processo per il crollo del
Morandi (14 agosto 2018, 43 vittime). L'ingegnere è stato dal
2013 al 2018 responsabile del settore servizio tecnico
progettuale. Nel 2017 gli chiesero un parere sul progetto di
retrofitting (il rinforzo delle pile 9 e 10 che sarebbe partito
a fine 2018). "Fu Donferri a dirmi di scrivere un parere sul
progetto ma solo per la parte dell'impalcato visto che la parte
del progetto sugli stralli era stata fortemente presidiata".
Secondo l'accusa quella era invece una verifica fatta fare a chi
non poteva: Bandini, infatti, non avrebbe potuto certificare il
retrofitting perché si trattava di un'opera del costo superiore
a 20 milioni che in base al codice degli appalti doveva essere
certificata prima da un organismo esterno e non da un dipendente
interno ad Aspi. Per la procura, inoltre, l'ingegnere avrebbe
dovuto accorgersi dei dati allarmanti sulle condizioni del
Morandi e attivarsi per chiedere la chiusura causa rischio
crollo. Nel corso del suo esame Bandini però ha spesso detto di
non ricordare diverse circostanze, in particolare cosa gli
dissero Donferri e Strazzullo (quest'ultimo responsabile unico
del progetto e imputato) anche se li aveva incontrati in
occasioni particolari: nel garage della sede romana di Aspi il
primo e sul lastrico solare degli uffici di Genova il secondo.
Nel pomeriggio è iniziato anche l'esame di Antonio Brencich,
ingegnere e professore di UniGe, che venne chiamato a
collaborare con il Cta per un parere sul retrofitting. Fu lui a
scrivere in una mail, non riportata nel documento, in cui pochi
mesi prima del crollo diceva che "lo stato di degrado del ponte
era impressionante".
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