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Terzo Valico, estratte due navi da crociera di rocce amiantifere

Terzo Valico, estratte due navi da crociera di rocce amiantifere

Smaltite in Germania perché Italia priva di siti per tali volumi

GENOVA, 31 marzo 2025, 10:51

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Durante la costruzione delle gallerie del Terzo Valico, l'alta velocità ferroviaria Genova-Milano, sono state estratte 350mila tonnellate di rocce amiantifere, l'equivalente a due navi da crociera, che l'Italia priva di siti di stoccaggio per tali volumi è stata costretta a smaltire in Germania. Lo riporta 'Il Secolo XIX' a seguito del secondo open day da tutto esaurito organizzato nell'ambito del progetto del Gruppo FS 'Cantieri Parlanti' per informare i cittadini e comunicare in modo chiaro e trasparente l'opera. Per la prima volta il lotto del Terzo Valico a Cravasco (Genova), uno dei più delicati della nuova infrastruttura per l'intensità d'amianto riscontrata nelle rocce, è stato aperto al pubblico.
    "L'altra sera ho chiesto a Chat Gpt di farmi due paragoni legati a Genova, per potervi rendere l'idea - spiega il responsabile di Webuild nel lotto di Cravasco Michele Ferrari -.
    Beh, è come se da Cravasco avessimo tirato fuori amianto per l'equivalente della stazza lorda di due navi da crociera. Mentre col resto delle rocce estratte avremmo potuto riempirci quattro stadi grandi come il Luigi Ferraris a Genova".
    Per l'intensità d'amianto riscontrata nelle rocce nel lotto di Cravasco è stato sviluppato un protocollo che è diventato un riferimento nel settore. Ora che l'ostacolo più temuto dai geologi è stato superato, si può tirare il fiato e raccontarne la storia. In questi anni gli operai hanno lavorato vestiti come se dovessero entrare nel nocciolo di una centrale nucleare, con tecniche di scavo raffinate e un totale 17mila campionamenti. La roccia con l'amianto è stata estratta, poi insacchettata, chiusa in un deposito e spedita via treno in Germania perché in Italia non ci sono depositi per raccogliere questi volumi di materiale.
    Il resto senza amianto, 1,5 milioni di metri cubi, trasferito su un nastro trasportatore di 250 metri per depositarlo nella cava dall'altra parte della stretta valle tra Cravasco e Isoverde, poco sopra Campomorone. Un impianto da 1,5 megawatt purifica giorno e notte l'aria.
   

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