Quando nel giugno del 2014 gli esperti dell'Università di Pavia compararono il Dna di Ignoto 1 e quello prelevato a Massimo Bossetti rilevarono "una perfetta corrispondenza tra il Dna di Ignoto 1 e quello dell'imputato".
Lo hanno spiegato Carlo Previderè, responsabile del Laboratorio di genetica dell'università di Pavia e la sua collaboratrice Pierangela Grignani nel processo a carico di Bossetti.
Previderè, che si è anche occupato dell'analisi dei reperti piliferi trovati sugli indumenti di Yara (nessuno dei quali risultò essere di Bossetti, così come non furono trovati peli di Yara sul furgone del muratore) ha detti che esiste un possibilità di trovare lo stesso Dna "in 330 milioni di miliardi di 'mondi' popolati da sette milioni di persone". Cifre che statisticamente, per il professore, "rendono l'identificazione praticamente certa", a fronte di un profilo "di ottima qualità" e che non avrebbe creato "problemi di interpretazione" ad alcun biologo.
Previderè fu quello che stabilì che Ester Arzuffi, madre di Bossetti, era madre di Ignoto 1. Il profilo di Ignoto 1, infatti, presentava un particolare allele, di provenienza materna. Comparando il profilo di Ignoto 1 con quello di 500 donne risultò che uno di questi profili presentava appunto questa caratteristica molto rara: era quello di Ester Arzuffi. Da qui la 'piena compatibilità' rispetto all'ipotesi che la donna fosse madre di Ignoto 1. Nel giugno 2014 fu sempre Previderè a comparare il dna di Bossetti, presogli attraverso un falso controllo con l'etilometro, a quello di Ester Arzuffi. Fu così che il muratore di Mapello fu fermato in relazione all'omicidio di Yara
Riproduzione riservata © Copyright ANSA