Don Luciano Tegantini non è più al momento il cappellano della casa circondariale di Bergamo dopo che è stato sorpreso a portare fuori e dentro dal carcere delle lettere dei detenuti.
E proprio i detenuti hanno scritto alla direttrice Antonina D'Onofrio per chiedere di revocare il provvedimento nei confronti del prete.
Il 19 luglio, mentre stava per accedere alla casa circondariale, a don Tengattini, 58 anni, la polizia penitenziaria ha chiesto di mostrare cosa avesse con sé e nella sua borsa sono state trovare tre lettere affidategli da un paio di detenuti.
Le norme del carcere vietano di portare all'esterno e riportare dentro, senza autorizzazione, lettere o altri oggetti e quindi la direttrice ha deciso di sospenderlo, anche se non è chiaro se temporaneamente o defiitivamente.
"Alla cortese attenzione del direttore di codesto istituto; noi tutti detenuti della casa circondariale chiediamo che don Luciano torni tra noi", hanno scritto i detenuti in una lettera piena di firme nella quale ricordano l'aiuto ricevuto da don Luciano, il sostegno nel riconciliarsi "con le proprie famiglie e i propri figli" e il conforto "che troviamo in lui nel momento del bisogno".
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