Dieci anni fa apriva l'Expo di
Milano. Oggi dalla sua eredità, su quella stessa area, sta
prendendo forma Mind, il Milano Innovation District, una
cittadella futuristica dedicata all'innovazione e alla ricerca
dove nel 2032, quando sarà completata, lavoreranno, studieranno
e faranno ricerca 70mila persone.
Alcune realtà importanti come lo Human Technopole (il centro
di ricerca nazionale sui genomi e le malattie rare), o
l'ospedale Galeazzi Sant'Ambrogio (da 600 posti letto), o lo
SkyDeck (l'acceleratore per start-up collegato all'Università di
Berkeley) sono già operative. Il nuovo campus dell'Università
Statale aprirà i battenti nel 2027.
Ma quello che oggi è un esempio nel campo della
rigenerazione urbana, ha avuto una nascita difficile. Mancava
un'idea, e soprattutto un percorso amministrativo chiaro.
"Arexpo decise così di diventare sviluppatore" spiega all'ANSA
Igor De Biasio, amministratore delegato della società allora
solo proprietaria dei terreni e oggi anche primo motore del
rilancio. Grazie ad una partnership tra pubblico e privato è
nato un progetto ambizioso con un percorso chiaro, in cui il
gruppo australiano di real estate Lendlease ha investito,
aggiudicandosi una concessione per 99 anni.
Oggi Arexpo si avvia a cambiare nome: dal 1 luglio sarà
Principia. Con l'ambizione di replicare il modello Expo fuori da
Milano. Per questo l'Albero della Vita, il simbolo
dell'Esposizione del 2015, tornerà a vivere. "Sveleremo il
progetto tra poco. Lo valorizzeremo, lo potenzieremo. Ma non
sarà solo il simbolo di Milano: sarà il simbolo dell'Italia nel
Mondo", conclude De Biasio.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA