"Baby gang" nel mirino. La legge
regionale della Lombardia 1/2017 cambia nome e non riguarda più
soltanto il bullismo e il cyberbullismo ma d'ora in poi mette in
campo e sostiene anche nuovi interventi destinati a prevenire e
contrastare il "fenomeno delle baby gang che compiono atti
illegali o criminali". Lo ha deciso la commissione regionale
Cultura, approvando a maggioranza le modifiche alla legge con
l'introduzione di integrazioni e miglioramenti rispetto al testo
del 2017.
"Esprimo soddisfazione per un provvedimento che focalizza
ulteriormente l'attenzione su un tema particolarmente delicato e
che interessa da vicino famiglie e giovani - sottolinea la
presidente della commissione, la consigliera di FdI Anna Dotti -
evidenziando la necessità di fare sinergia per promuovere la
cultura della prevenzione e della legalità".
Quello delle baby gang "è un problema nazionale,
particolarmente diffuso nelle grandi città e nelle periferie nel
Nord Italia, e va affrontato con determinazione per evitare che
questo fenomeno dilaghi ulteriormente. Bene l'approvazione di
oggi in Commissione della nostra proposta di legge, una
iniziativa fortemente voluta dalla Lega che si batte da anni per
contrastare le violenze e gestire i reati commessi dai minori -
molto spesso di origine nordafricana" commentano gli esponenti
leghisti Floriano Massardi, relatore del provvedimento, e il
capogruppo Alessandro Corbetta.
In particolare, le misure approvate riguardano la prevenzione
sociale nelle aree dove è più diffusa la presenza di bande
minorili e la riqualificazione degli spazi attraverso il
sostegno di iniziative urbanistiche, culturali, educative,
sociali e sportive. La nuova legge prevede anche sportelli di
ascolto e aiuto, percorsi di servizio sociale obbligatorio o di
lavoro socialmente utile per i minori autori di reati e percorsi
di formazione, informazione e sensibilizzazione per operatori
sanitari, sociali, sportivi, economici e per gli agenti della
polizia locale.
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