"A 21 anni dalle 21 giornate di
Melfi, oggi più di allora la Fiom Cgil è in prima linea per
rivendicare non solo i diritti dei lavoratori ma per
salvaguardare l'occupazione e la sopravvivenza dello
stabilimento Stellantis (ex Fiat) di Melfi (Potenza) e l'intero
indotto automotive. Oggi più di allora servono azioni di lotta e
di resistenza. La Fiom Cgil non si arrende". Così, in una nota,
la segretaria generale della Fiom Cgil Basilicata, Giorgia
Calamita.
La rappresentante sindacale ricorda "lo sciopero a oltranza
che fece balzare lo stabilimento di Melfi agli onori della
cronaca nazionale per rivendicare i diritti dei lavoratori e
delle lavatrici contro gabbie salariali e la deroga al divieto
del lavoro notturno per le donne. Uno sciopero cominciato il 17
aprile 2004 e culminato all'alba del 9 maggio con l'accordo
firmato da Fiat e sindacati, con una partecipazione massiccia
degli operai e delle operai lucane e della Fiom nazionale".
Calamita fu "protagonista di una foto simbolo scattata dal
fotografo lucano Tony Vece per l'ANSA, in cui porge un mazzo di
fiori ai poliziotti per evidenziare la lotta pacifica degli
operai e delle operaie che stavano semplicemente rivendicando i
loro diritti".
"Ci sono voluti - sottolinea Calamita - 21 giorni di
sciopero, di manifestazioni, blocchi, cariche della polizia, per
arrivare finalmente ad una svolta, Lo spirito di quei 21 giorni
è lo stesso che anima oggi la Fiom Cgil, oggi che Stellantis
continua con gli incentivi all'esodo svuotando di fatto lo
stabilimento industriale nonostante l'impegno per la
realizzazione di nuovi modelli, mettendo in ginocchio non solo i
lavoratori e le lavoratrici in continua cassa integrazione,
compresi quelli dell'indotto, ma l'intera area industriale di
Melfi e l'economia lucana, da sempre trainata dall'automotive.
Ci mobiliteremo fino a quando non avremo certezze sul futuro
produttivo e occupazionale: Melfi non si tocca, oggi - conclude
- come 21 anni fa".
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