A partire dal più famoso 'Rain Man'
tutti i film sull'autismo hanno dimostrato una cosa: chi si
avvicina alle persone con spettro autistico ne esce migliorato.
È quello che accade in 'La vita da grandi', deliziosa opera
prima di Greta Scarano dove Irene (Matilda De Angelis) torna
nella sua Rimini, per prendersi cura di quel fratello maggiore
autistico, Omar (Yuri Tuci, attore realmente autistico) che ha
tanta voglia di vivere e vuole diventare un ganga-rapper.
"Era una storia che da tempo avevo nel cuore, ma avevo anche
paura di farla perché è facile deragliare e cadere nel cliché -
dice Greta Scarano di questo film che esce il 3 aprile con 01 e
domani sarà presentato al Bif&st -. Ho studiato tanto come
mettere in scena questa storia e prima di girare i miei
riferimenti visivi sono stati 'Il calamaro e la balena' di Noah
Baumbach e 'Savage' di Tamara Jenkins, film squisitamente
relazionali, ma poi ho visto 'Rimini' di Ulrich Seidl e quel
tipo dì linguaggio più statico mi ha condizionato molto".
E ancora la Scarano : "Quando ho intercettato la storia di
Damiano e Margherita Tercon (al loro libro 'Mia sorella mi rompe
le balle. Una storia di autismo normale' edito da Mondadori è
ispirato il film) ne sono rimasta letteralmente folgorata: ho
sentito che aveva un enorme potenziale emotivo. Volevo che
emergesse forte e chiaro anche il punto di vista di Omar: il suo
modo di vedere il mondo e le difficoltà di vivere con una
disabilità e con il continuo confronto con una sorella
"normale". Nel film, infine, viene affrontata la questione della
disabilità, ma per me era fondamentale che non fagocitasse tutto
il racconto, esattamente come per il protagonista, il cui
disagio è solo una delle tante caratteristiche che lo
definiscono come persona".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA