"San Nicola è il nostro primo e più
illustre migrante e noi non saremmo gli stessi senza di lui". È
un passaggio del messaggio alla città di Bari, dell'arcivescovo
di Bari- Bitonto, mons. Giuseppe Satriano in occasione della
festa della traslazione delle ossa del vescovo di Myra, patrono
del capoluogo pugliese. Per il vescovo "i migranti sono
presenza che inquieta e insieme provoca. Sono uomini e donne che
non fuggono dalla vita, ma la cercano con tenacia - aggiunge -.
Il recente dibattito sullo Ius scholae, la condizione dei figli
di migranti nati e cresciuti in Italia, tocca il cuore stesso
dell'identità civile. Non si tratta solo di giustizia
amministrativa, ma di dignità umana". "Riconoscere a questi
bambini e ragazzi il diritto di appartenere alla comunità, di
viverla come casa e di prendersene cura è un passo verso una
società più giusta, più vera, più nicolaiana", continua Satriano
che invita Bari a offrire "al mondo il segno di una comunità che
senza paure si apre all'abbraccio del fratello, difende i
piccoli, ascolta i poveri e si apre alle nuove generazioni. Ad
essere casa per chi fugge dalla fatica del vivere". Bari "deve
diventare una città dove nessuno è straniero, dove l'altro non è
una minaccia, ma un dono e dove la differenza non spaventa, ma
apre orizzonti: San Nicola ci guida con la forza del dono",
augura il vescovo ricordando che "quest'anno la Festa della
Traslazione si intreccia con i giorni del Conclave: non
dimentichiamoci di pregare per papa Francesco e per il dono del
papa che sarà".
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