Le future mamme di La Maddalena non ci stanno: l'ospedale Paolo Merlo non deve chiudere.
L'hanno ribadito oggi, nel giorno della Festa della donna, durante una manifestazione organizzata davanti al punto nascita.
Un'occasione per promuovere la raccolta firme che ha registrato
l'adesione delle partorienti, di tante donne, ma anche di tanti
uomini.
La protesta è scattata quando la Regione ha deciso di
cancellare il punto nascita per mancanza di numeri: troppo pochi
i parti per tenerlo aperto, è stata la decisione del ministero
della Salute. Così la Giunta ha optato per destinare
all'ospedale Giovanni Paolo II di Olbia le donne prossime al
parto. Che, nei giorni scorsi, hanno anche mandato un video dove
mostrano una serie di messaggi scritti proprio sui loro
pancioni: "Non sono un pacco"; "non sono ancora nato e già mi
negate i diritti"; e ancora "per questa lotta ci mettiamo la
pancia".
Ha sposato le richieste delle future mamme dell'arcipelago la
senatrice del M5s Manuela Serra, che in un'interrogazione alla
ministra Lorenzin chiede che "il governo intervenga per
garantire l'apertura del punto nascita. La scelta di chiuderlo
rischia - spiega la parlamentare sarda - di produrre conseguenze
sfavorevoli per gli abitanti: il vento, che spesso soffia
impetuoso sull'isola per gran parte dei giorni dell'anno, rende
difficili gli spostamenti in elicottero o traghetto, tanto da
costituire un serio rischio in caso di complicazioni della
gravidanza". Per questo, "chiediamo di rendere obbligatorio per
le Regioni, e non solo facoltativo, l'istituzione di presidi
ospedalieri di base nei luoghi qualificabili come 'zone
particolarmente disagiate', come nel caso del Comune di La
Maddalena".
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