"Un balletto 'féerie', ovvero una parata di danze, allestite sfarzosamente, slegate dallo sviluppo drammaturgico". Parte da questa luminosa istantanea nel presentare al pubblico, questa sera al Carmen Melis, ridotto del Lirico, La bella addormentata di Čajkovskij, che andrà in scena il 13 maggio alle 20.30.
Nell'incontro, la giornalista e critica di danza ha messo in rilievo le fonti storiche e artistiche "che negli ultimi due decenni ci hanno permesso di ricostruire il balletto originale di Marius Petipa, su partitura di Čajkovskij, andato in scena al Teatro Mariinskij di San Pietroburgo il 3 gennaio 1890 con memorabile successo".
"Certo - ha osservato - da allora il balletto è parecchio cambiato, giungendo sino a noi attraverso gli allestimenti sovietici (ai quali si rifà la produzione del Balletto Nazionale Lettone in scena al Teatro Lirico di Cagliari) e le versioni di coreografi occidentali, sino alla recente vague delle ricostruzioni 'filologiche'. Ma immaginarne la forma autentica ci permette di apprezzare la grandezza di Marius Petipa, il maître de ballet francese per 60 anni zar del balletto imperiale russo".
La presentazione è stata impreziosita da immagini originali dell'epoca: fotografie dei protagonisti, bozzetti di scena, figurini dei costumi, disegni delle coreografie. Mentre con estratti video ha anticipato la visione delle sequenze più belle e autentiche del balletto.
Bonelli si è poi soffermata sui punti di forza del balletto: "La fantasia e la poesia della coreografia di Petipa, composta di concerto con la musica. E' noto come Petipa desse a Čajkovskij indicazioni precise sul tipo di musica che gli serviva, persino sul numero di battute", ha aggiunto nel sottolineare che La Bella addormentata "è un primo esempio di combinazione di musica e coreografia di grandi maestri, mentre prima di Čajkovskij le partiture da balletto erano assegnate a musicisti considerati "mestieranti".
Al debutto le scenografie furono realizzate dagli artisti dei Teatri Imperiali e dal direttore Ivan Vsevoložskij e grande attenzione si è sempre posta all'allestimento di questo titolo, che non può prescindere da sontuosità e gusto". La giornalista ha infine offerto una sua chiave di lettura: "Precorrendo i tempi La Bella addormenta può essere forse considerato il primo titolo di Petipa che, proprio per la concezione astratta delle sue danze, prelude al balletto del Novecento".
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