"È il momento del silenzio e
della preghiera, ma anche dell'assunzione di responsabilità:
forse noi adulti non comprendiamo più il cuore di un bambino.
Non c'è dolore umano più grande di questo: ritrovarsi davanti
alla salma di una bambina. Un dolore che non finirà mai". Lo ha
detto il parroco della chiesa di Santa Maria delle Grazie di
Misterbianco, don Nino Vitanza, nell'omelia dei funerali della
piccola di sette mesi uccisa dalla madre, una 40enne con
fragilità psicologiche aggravate da una grave crisi post partum,
che il 30 aprile scorso l'ha lanciata in strada dal terrazzo di
casa, al terzo piano del palazzo in cui abitava la famiglia. La
donna, che ha un altro figlio di sette anni, è in custodia
cautelare in carcere per omicidio aggravato.
In chiesa grande commozione, che è cresciuta d'intensità
alle parole della zia paterna della piccola, che con la madre e
si era trasferita in casa del fratello per crescere la bambina
che la madre "rifiutava". "Cara figlia mia, stellina mia - ha
detto - non doveva andare così. I dottori non si sono resi conto
della sua gravità e della salute di vostra madre e noi tutti
dobbiamo chiedervi scusa in ginocchio se non vi abbiamo difeso.
Non ci sono parole per esprimere quanto eri un tesoro di bimba -
ha aggiunto la zia paterna della piccola - la vostra mamma con
la sua malattia non era in grado di amarvi e, anzi, si è
macchiata del più grave peccato che possa fare un essere umano.
Ma nel poco tempo che Dio ti ha concesso, il papà, il tuo
fratellino e io ti abbiamo amato più delle nostre stesse vite.
Vi mancava l'amore della mamma, ma tu te tuo fratello ve lo
siete dato entrambi, incondizionatamente. Il vostro rapporto
così speciale e unico. Avete pagato con il sangue, cuoricini
miei".
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