Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

'Stop drawing' al Maxxi, in principio era il disegno

/ricerca/ansait/search.shtml?tag=
Mostra meno

'Stop drawing' al Maxxi, in principio era il disegno

L'evoluzione dell'architettura, dall'analogico al digitale

ROMA, 17 aprile 2025, 19:42

Redazione ANSA

ANSACheck
- RIPRODUZIONE RISERVATA

- RIPRODUZIONE RISERVATA

(di Francesca Chiri) (ANSA)  - In principio era il disegno. Poi è stata la macchina. In mezzo a questi due poli, e soprattutto oltre, c'è l'infinito dispiegarsi dell'ingegno umano, della sua arte, della sua volontà di rappresentazione, di riflessione o anche di denuncia o di proposta civile e politica. Al Maxxi dal 18 aprile c'è 'Stop drawing. Architettura oltre il disegno', il nuovo progetto del dipartimento di Architettura e Design contemporaneo diretto da Lorenza Baroncelli, una mostra ideata e curata da Pippo Ciorra che indaga sui mutamenti nel mondo dell'architettura e degli strumenti necessari per produrla, rappresentarla, comunicarla.
    Cento anni di cambiamenti che hanno visto l'irrompere della tecnologia nella rappresentazione e nella concezione dello spazio. Dalla matita al computer, dall'analogico al digitale, dunque, sapendo che è nel mezzo di questi due estremi che si declina il maggior numero di rappresentazioni del pensiero spaziale, del valore che si attribuisce al mezzo come messaggio.
    È un viaggio tra il XX e XXI secolo che racconta come è cambiata la rappresentazione dello spazio insieme alle idee che esso rappresenta; un viaggio anche che, dice Baroncelli, grazie al lavoro di Ciorra "non ci spaventa: non è vero che la tecnologia ci sta dominando ed asservendo, facendoci immaginare che la vita nel futuro non potrà essere che nel metaverso o in uno spazio virtuale. Questa mostra ci fa vedere come esista anche un fortissimo ritorno al disegno come una fortissima necessità al radicamento nella realtà di tutti i giorni".
    "Oggi l'architettura tende, come tutte le cose del nostro mondo, a polarizzarsi, a decostruirsi e quindi quella parte del disegno, che era la parte visiva dell'architettura, deve ora misurarsi con la questione tecnologica, digitale, con la simulazione, con la realtà virtuale e aumentata. Ma c'è anche un'altra parte dell'architettura che indaga nel suo rapporto con la società. E poi c'è un'altra parte ancora dell'architettura che si avvicina molto di più all'arte: di quegli architetti che dicono, 'se non ci fanno costruire il mondo allora quantomeno difendiamo la nostra prerogativa di artisti'", sintetizza Ciorra.
    Questo viaggio ci racconta dunque come è cambiata la rappresentazione dello spazio insieme alle idee che esso rappresenta e che inizia con l'esposizione del grande patrimonio di disegni autoriali della Collezione Architettura del Maxxi di maestri quali Carlo Scarpa, Aldo Rossi e Giancarlo De Carlo, per poi proseguire con un itinerario che esplora l'avvento delle nuove tecnologie e l'affermazione dello strumento digitale come portatore di un nuovo immaginario e di nuove frontiere di ricerca. La sezione digitale racconta il pionieristico Generator Project (1978-1980) di Cedric Price & John Frazer, le riflessioni e gli studi sull'informatizzazione dell'architettura raccolti da Nicholas Negroponte nell'intervista The Architecture Machine (1970) e molti altri autori quali Matias del Campo & Sandra Manninger e Lucia Tahan che per due decenni hanno portato avanti la discussione sull'architettura parametrica, generativa, algoritmica e iper-moderna, influenzando drasticamente le modalità di rappresentazione del progetto. La mostra passa anche attraverso gli "atti architettonici" di archistar come Frank Gehry, Enric Miralles e Benedetta Tagliabue, Frida Escobedo, il visionario Olafur Eliasson, e poi Gordon Matta Clark, Cyprien Gaillard, Philippe Rahm o Hans Hollein. E finisce con un punto a capo: con quei "soldati" che si sono fatti custodi di un'eredità ideologica e artistica, che difendono il disegno tradizionale e ne fanno metodo di scelta consapevole. Sono artisti del disegno concettuale come Jorinde Voigt, architetti visionari e appassionati come Jo Noero, Atelier Bow-Wow, Jimenez Lai (Bureau Spectacular), Maria Giuseppina Grasso Cannizzo e Campo.  
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Da non perdere

Condividi

O utilizza