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Da Napoli Sos a mecenati,salviamo la chiesa-scrigno Regina Coeli

Da Napoli Sos a mecenati,salviamo la chiesa-scrigno Regina Coeli

Suore Carità, fondi per completare restauro edificio e Monastero

NAPOLI, 02 maggio 2025, 10:07

Redazione ANSA

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(di Angelo Cerulo) Un appello per tenere viva la bellezza unica di una chiesa ma anche di un'idea: quella di continuare a svolgere una missione per aiutare i poveri e gli ammalati e trasmettere valori per formare e istruire. C'è questo nelle parole di suor Wandamaria Clerici, presidente della Fondazione Opera Pia Casa Regina Coeli, per salvare la chiesa di Santa Maria Regina Coeli, scrigno edificato a partire dal 1590 nel centro antico di Napoli con opere di Luca Giordano, Massimo Stanzione, Micco Spadaro, Giuseppe Sammartino e altri. "Mi rivolgo ai benefattori, ai mecenati di Napoli, ma non solo, per aiutarci - dice all'ANSA - e portare avanti l'opera di restauro e conservazione della chiesa, del Chiostro, del Refettorio, della Farmacia. La chiesa è rimasta chiusa per alcuni anni, speriamo di riaprirla a fine maggio. Con un grande intervento abbiamo messo in sicurezza il 'cassettonato' ligneo, occorre proseguire nella conservazione".
    Presto, annuncia suor Wandamaria insieme con Francesco Galluccio, consigliere della Fondazione e promotore delle attività culturali, l'edificio di culto sarà riaperto al quartiere e ai turisti per le funzioni religiose ma anche per attività culturali che intendono valorizzare tutte le parti del monastero. Parti che - durante precedenti lavori di restauro - hanno fatto venir fuori perle come le due 'bifore' incastonate nella parete che si affaccia su Vico San Gaudioso, probabilmente del 1300-1400. I lavori per il 'cassettonato' sono stati coordinati dall'architetto Livia Napolitano con lo studioso Gianni Tripoli e le restauratrici Giuseppina Altieri e Chiara Bove.
    La Fondazione - che fa capo alla Congregazione Suore della Carità di Santa Giovanna Antida Thouret - ha speso fondi propri per la messa in sicurezza dell'edificio, ma ora servono risorse economiche per mettere in sicurezza le 'capriate' del tetto e l'abside della chiesa. "Continueremo a mettere a disposizione sacralità e impegno sociale" sottolinea suor Clerici. Oggi le Suore della Carità del Monastero situato sulla collina dell'antica 'Caponapoli' sono 38 (1.300 in 32 Paesi); per anni hanno svolto la missione nel vicino ospedale degli 'Incurabili' e in altre strutture sanitarie oltre a offrire attività scolastiche. "L'anno prossimo si festeggerà il bicentenario della morte di Suor Giovanni Antida Thouret e vorremmo arrivarci nelle condizioni migliori per riaffermare la nostra missione su temi come educazione, cultura, formazione della coscienza". Un impegno che ha un sapore anche laico da suore orientate alla vita attiva, partendo dalla valorizzazione dei giacimenti artistici del Monastero, guidato dalla superiora suor Alfonsina Gatti, e che è stato anche set per fiction (Mare fuori e Il commissario Ricciardi). "Sono beni da condividere" evidenzia Francesco Galluccio che guida le visite per raccogliere fondi dai visitatori ai quali spiega le curiosità custodite nel Monastero. "Come le immagini di 10 papi, un pozzo incastrato in una cavità vicino alla Chiesa o la Madonna 'bambinella' in cera fatta dalle suore di clausura del vicino monastero delle 'Trentatrè'" o, aggiunge Gianni Tripoli, "gli 'ovali' nei quali sono raffigurate sante sconosciute ai più come Santa Gertrude di Nivelles, patrona dei gatti". Un patrimonio da conservare per salvare la bellezza di una chiesa e di un'idea.
   

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