GIUSEPPE FIORI, VITA DI ANTONIO
GRAMSCI (Laterza, pp. 360, 20 euro). Un ritratto "a figura
intera, con i tuffi del sangue e della carne", che ha il merito
di restituire al lettore la complessità di un uomo centrale per
la cultura italiana, un intellettuale, filosofo, giornalista e
politico mai dimenticato: torna in libreria con una nuova
edizione "Vita di Antonio Gramsci" (Laterza), la biografia
scritta dal giornalista Giuseppe Fiori e pubblicata per la prima
volta nel 1966 sempre dallo stesso editore. Il volume, con
l'introduzione di Alberto Asor Rosa, ha avuto una lunga storia
con numerose edizioni ed è stato tradotto in dodici lingue: fin
da subito il testo di Fiori ha fatto scalpore, sconvolgendo
l'ortodossia comunista, che di Gramsci offriva una visione
parziale concentrandosi solo sulla "testa", ossia sul suo lato
di studioso, teorico e pensatore. L'autore invece ha aggiunto
"gambe e corpo alla testa", raccontando Gramsci anche come uomo,
nei suoi aspetti più privati e personali. Come spiega lo stesso
Fiori, "Poco sapevamo della sua vita, la famiglia, l'infanzia in
Sardegna, i primi studi, il breve processo di formazione, e poi
l'integrazione a Torino, il ruolo effettivo nel Congresso di
Livorno (1921), i veridici rapporti (dopo l'arresto) con
Togliatti, la rottura con i comunisti incarcerati a Turi,
l'eterodossia rispetto a Stalin": per questo, definendosi
"cronista ostinato", l'autore ha deciso di completare la lacuna
e presentare un ritratto esaustivo, scrivendo un testo che
ancora oggi non smette di essere attuale.
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