(di Mauretta Capuano) ALBERTO TOSO FEI, 'VENEZIA IN NUMERI' (EDITORIALE PROGRAMMA).
Una sola piazza: Piazza San Marco, tutti gli altri spazi sono campi, corti e campielli; un solo palazzo: Palazzo Ducale, tutti gli altri sono 'Case', abbreviate in Ca'.
E un solo canale: il Canal Grande, tutti gli altri sono chiamati
'rii'. Ha scelto come chiave l'1, e poi tanti altri numeri, lo
scrittore e saggista Alberto Toso Fei per raccontare la storia
incredibile di Venezia nell'anno, il 2021, in cui si festeggiano
i suoi 1.600 anni. Con il libro 'Venezia in numeri- una storia
millenaria'', pubblicato dalla giovane casa editrice Editoriale
Programma, si compie un insolito viaggio nella storia della
Serenissima, e della moderna città lagunare, dove è nato il
primo Ghetto, il primo Arsenale, i primi Lazzaretti al mondo,
con la pratica della "quarantena", parola veneziana.
"Numeri che, quasi estratti a sorte dal cappello della storia,
raccontano di una civiltà ancora troppo poco conosciuta" spiega
Toso Fei, discendente di una antica famiglia di vetrai di
Murano, considerato il "narratore" di Venezia per i suoi libri
sulla sua storia segreta e leggendaria, nati dal recupero della
tradizione orale, e per le sue performance di storytelling.
"Sempre per parlare di numeri, le celebrazioni del mille
seicentenario del 2021 sono partite con il 'compleanno' del 25
marzo; anche se per i veneziani la festa cittadina più sentita è
il 25 aprile, giorno di San Marco, patrono della città, il cui
simbolo - il leone alato - diventa nella storia emblema stesso
di Venezia" dice lo scrittore che con il graphic novel
'Orientalia, mille e una notte a Venezia' è stato presentato al
Premio Strega 2017.
Sono 120 i Dogi in 1100 anni di Repubblica. Tante le storie
nascoste tra 256 pozzi e 423 ponti, 116 le insule formate da 135
campi, 380 le corti, 196 i campielli, 1198 le calli: numeri che
simbolicamente ci possano raccontare Venezia e che suscitano
curiosità. '"Venezia in numeri' è un invito alle persone a
venire a Venezia, ma anche un modo per rendere i visitatori
consapevoli della sua grande storia" sottolinea.
Scopriamo così che sono 11.654 le cortigiane "ufficiali"
presenti in città ai primi del Cinquecento, secondo lo storico e
cronista Marin Sanudo. E' 69 il numero di volte che Venezia è
stata colpita dalla peste, riuscendo a mettere in campo misure
preventive e di cura che non sfigurerebbero nemmeno oggi, ai
tempi del Covid. E' di 1.001 il numero col quale l'autore
identifica il racconto di Venezia attraverso i fumetti e i
personaggi di comics e cartoon, più o meno famosi da Topolino e
i paperi a Batman e Wonder Woman e da Topo Gigio a l'Orso Yoghi.
E ancora è 7 il numero delle donne che a Venezia furono più
libere nelle azioni e nel pensiero che altrove, al punto da
elaborare - con Arcangela Tarabotti, Lucrezia Marinelli,
Moderata Fonte - uno dei primi nuclei del pensiero femminista
nel mondo. Sono 23.000 i proiettili piovuti sulla città tra
luglio e agosto 1849, fino alla capitolazione dell'epopea
risorgimentale capitanata da Daniele Manin e Niccolò Tommaseo,
che vide anche il primo bombardamento aereo della storia,
avvenuto con una catena di palloni aerostatici carichi di
esplosivo.
E tra i primati, racconta Toso Fei, Venezia è stata il luogo
dove fu inventato lo specchio, il termometro e la misurazione
della temperatura come prassi medica, la punteggiatura così
come viene utilizzata oggi.
Una summa numerica che restituisce la panoramica di una civiltà
secolare che ha avuto proprie leggi, reggenti, usanze,
specificità.
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