TORINO - Una "guida per rimanere umani in un tempo inumano". Etgar Keret parla così con l'ANSA del suo nuovo libro di racconti. Trentatré storie ironiche, esplosive, nel suo tipico stile surreale quelle di 'Correzione automatica' (Feltrinelli) che presenterà il 17 maggio al Salone del Libro di Torino. "I miei personaggi, che sia un lui o una lei, spesso falliscono, però lo fanno in un modo unico, quello che hanno scelto. Sono storie in cui l'umanità non prevale, ma cerca di sopravvivere anche in momenti così complicati come quelli che stiamo vivendo" dice uno dei maggiori e più conosciuti scrittori israeliani. Non sembra le piaccia la Correzione automatica del titolo e di un racconto del libro? "È una funzione che c'è sul computer e per me è il nemico numero uno di un artista, di uno scrittore. Tutte le volte che capita di scrivere una frase succede che la correzione automatica entri in gioco. La tecnologia che vorrebbe assisterci non lo fa affatto, cambia le cose" dice Keret. In questo libro attraversato dal dolore e dalla morte, in cui racconta con disincanto i sentimenti umani, ci sono anche due racconti 'Le sigarette della salute' e 'Fervore' in cui fa capolino il conflitto in Medio Oriente. Vede una possibile soluzione? "È stata una questione estremamente complessa fin dall'inizio. Ora è una cosa semplice: indipendentemente dalla posizione politica che uno possa avere, l'obiettivo è fermare questa guerra. È una questione umanitaria, perché da un anno e mezzo ci sono gli ostaggi che sono stati torturati e soffrono la fame, c'è la popolazione civile a Gaza bombardata che soffre la fame. Questo potrebbe andare avanti all'infinito. Bisogna fermare la guerra". "Più del 70% della popolazione di Israele - dice ancora lo scrittore - vorrebbe la fine della guerra israelo-palestinese e il recupero degli ostaggi che sono stati portati a Gaza. E anche la maggioranza di coloro che hanno votato per il governo di Benjamin Netanyahu è contrario al conflitto e vorrebbe la fine della guerra, ma questo non blocca Netanyahu che ha il sostegno dei coloni e degli ultra ortodossi.
Senza di loro cadrebbe il governo e sarebbe giudicato in tribunale". "Si parla del fatto - continua - che Israele è una democrazia, in realtà è una dittatura. Sono gli ultraortodossi e i coloni che cancellano questa democrazia. Netanyahu sta sfruttando questa situazione".
Keret ha sempre pensato "che il conflitto israelo-palestinese fosse come un simbolo nel mondo, come una carta dei tarocchi.
Non è tanto quello che vedi sulla carta, ma quello che ti trasmette il potenziale significato sulla carta. Penso che quando gli europei parlano di questo conflitto pensino al proprio passato".
Quanto è importante l'ironia che è la sua cifra stilistica? "È la principale arma dei deboli. Se sei forte puoi potenzialmente cambiare la realtà. Se sei debole raccontare una barzelletta ti aiuta a mantenerti a galla". Si sente debole? "Chiunque è debole. Mi sento privo di qualsivoglia potere. In generale, oggi l'umanità, attraverso i social media, è in grado di vedere qualsiasi atrocità avvenga nel mondo in maniera reale, ma non si sa cosa fare. È come sentirsi un dio impotente, sai ma non puoi fare nulla".
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