ROMA - Un'Aida con poco Egitto, tutta concentrata sul confronto tra i personaggi, lontana dalle rappresentazioni care al pubblico di Caracalla. Il capolavoro di Giuseppe Verdi riletto da Denis Krief con lo spagnolo Jordi Bernacer sul podio ha aperto il 4 luglio la stagione estiva del Teatro dell'Opera di Roma nel magnifico scenario delle Terme. Alla vigilia il regista, che firma anche scene, luci e costumi, aveva chiarito di voler mettere in luce l'aspetto intimo della vicenda, lasciando in secondo piano i momenti di circostanza e dimenticando definitivamente "la parte più folkloristica e circense" degli spettacoli del passato.
Così è stato, con una scenografia misurata in cui operai in nero si muovono tra cantanti e figuranti per spostare nel cambio dei quadri due grandi parallelepipedi e la piramide dorata che diventerà la tomba per Aida e il suo Radames. Alla fine la platea ha riservato applausi contenuti a direttore e cast, con uno slancio in più per Judit Katasy, una convincente Amneris, e Vittoria Yeo-Aida. Nel nuovo allestimento dell'opera, che torna a Caracalla dopo otto anni, l'Egitto dei Faraoni è solo evocato, virtuale. La staticità dell'azione e i costumi senza gli sfarzi della tradizione contribuiscono alla ambientazione sospesa del dramma. Krief inserisce qua e là "elementi di disturbo": se il Radames, interpretato da Alfed Kim, nel primo atto sventola con effetto straniante una bandiera come un eroe risorgimentale - una delle "meravigliose incoerenze" verdiane che il regista ha voluto mantenere -, le trombe egizie della marcia trionfale sono affidate a sei musicisti in frac e cilindro, mentre il re e la regina assistono ai movimenti di massa dal palco d'onore di un teatro ottocentesco.
La scena stessa del trionfo, con tutti i personaggi, il coro e il corpo di ballo sul palcoscenico evita di cedere all'enfasi. Tutto cambia dal terzo atto. Gli spazi intorno ai protagonisti si restringono. Il duetto tra Amonasro e Aida, in cui il re etiope convince la figlia schiava degli egiziani a farsi dire dall'amato Radames il luogo in cui attaccare le truppe del faraone, e la scoperta dell'inganno da parte del condottiero, accendono il ritmo dello scontro tra i personaggi. Amneris, la figlia del re egiziano che ama Radames non ricambiata, occupa la scena del quarto atto nel tentativo di convincerlo a salvarsi rinunciando ad Aida. Il confronto tra i due avviene su una scala angusta che taglia uno dei parallelepipedi, una gabbia che inchioda i personaggi nei loro ruoli. Radames, che non rinuncia a pagare la sua colpa finendo sepolto vivo, troverà Aida nella sua tomba. Su tutto giganteggia la musica di Verdi che guida i personaggi verso il loro destino. Ma se Aida può decidere di morire accanto al suo uomo, Amneris non ha scelta, condannata a vivere nel dolore il suo sogno d'amore finito in pezzi.
Lo spettacolo avrà nove repliche (dopo quella del 5 luglio, sabato 6, domenica 7, il 12, 13, 18, 24 31 luglio e sabato 3 agosto). Due i cast che si alterneranno: Vittoria Yeo e Serena Farnocchia (Aida), Judit Kutasi e Silvia Beltrami (Amneris), Alfred Kim e Diego Cavazzin (Radames); Gabriele Sagona (Il Re); Marco Caria e Adrii Ganchuk saranno Amonasro; Adrian Sampetrean e Alessio Cacciamani impersoneranno Ramfis.
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