Prima la camera ardente ai
Quartieri spagnoli, con la bara esposta sul palcoscenico della
'sua' sala Assoli, poi i funerali a San Ferdinando, la chiesa
napoletana degli artisti. Con un lungo e commosso applauso la
città di Napoli ha dato l'ultimo saluto a Enzo Moscato, il
drammaturgo protagonista della scena teatrale partenopea degli
ultimi decenni morto sabato sera a 75 anni. "Enzo ha saputo
seminare. Mi sento di dire a nome di tutti gli attori che hanno
avuto la fortuna di recitarti: grazie per le parole e i pensieri
meravigliosi che ci hai regalato", ha detto Toni Servillo
prendendo la parola durante il rito.
In chiesa, in rappresentanza del ministero della Cultura,
c'era il consigliere Luciano Schifone, mentre per il Comune di
Napoli ha partecipato l'assessore Teresa Armato. Accanto a lei
l'ex sindaco ed ex presidente della Regione Campania, Antonio
Bassolino. Molti i volti del mondo del teatro, del cinema, della
musica, da Isa Danieli a Cristina Donadio, da Benedetto Casillo
a Nello Mascia ed Eugenio Bennato. A ricordare Moscato anche il
regista Mario Martone: "Enzo ha dato voce a questa città come
Eduardo, come Viviani, ed è stato la nostra voce. Così oggi è
impensabile che la sua voce non risuoni. Ma sono fiducioso che
questo giorno sarà uno spartiacque perché nuove voci
arriveranno, altre parole dovranno venire, tutto deve
rinascere".
A parlare anche Giuseppe Affinito, giovane attore e regista
di Casa del Contemporaneo che fin da bambino ha studiato e
recitato sotto la guida di Moscato: "Caro Enzo, con la tua opera
hai tracciato un confine, uno spartiacque tra due mondi,
un'utopia, un sogno. Noi tutti e questa città - ha aggiunto - ti
abbiamo vissuto senza capirti fino in fondo, hai abbracciato un
popolo dando voce e gloria alle sue viscere ammalate e oggi è
assordante il silenzio che ascoltiamo".
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