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Micalessin e Biloslavo portano in scena Gli occhi della guerra

Micalessin e Biloslavo portano in scena Gli occhi della guerra

I reporter a Trieste, Anzil 'aiutano a interpretare la realtà'

TRIESTE, 03 maggio 2025, 15:24

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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La guerra vista attraverso gli occhi di chi ha il compito di raccontarla. Va in scena al Politeama Rossetti di Trieste lo spettacolo dei reporter di guerra Gian Micalessin e Fausto Biloslavo, presentato dal Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia. Accanto agli autori, sul palco anche gli attori Francesco Migliaccio e Adriano Giraldi.
    Con Gli occhi della guerra, a cura di Monica Codena e Paolo Valerio, i due giornalisti portano a teatro "la vita, la morte, la paura, l'adrenalina, il dolore, la speranza, le emozioni di una vita in prima linea". Le orbite rossastre di un bimbo soldato che ha già visto troppo, lo sguardo terrorizzato di un prigioniero, l'ultimo rigagnolo di vita nelle pupille di un ferito, la paura dipinta sul volto dei civili in fuga dalle bombe sono gli occhi della guerra incrociati in tanti reportage in prima linea. "Ma gli occhi della guerra siamo anche noi, giornalisti, fatalmente attratti da conflitti esotici, dimenticati o alle porte di casa - spiegano Biloslavo e Micalessin - il giubbotto antiproiettile con la scritta Press, oramai diventata un bersaglio, è la nostra seconda pelle ma quando torniamo a casa ci rendiamo conto di quanto siamo fortunati a vivere da 80 anni in pace. Teniamoci stretta questa fortuna che da un momento all'altro rischia di andar perduta".
    Lo spettacolo va in scena anche stasera dopo il debutto di ieri. "Questo evento - ha detto il vicegovernatore del Fvg con delega alla Cultura, Mario Anzil, presente all'evento - consente di conoscere i fatti della società contemporanea e di imparare a interpretarli: un presupposto indispensabile per prepararsi al futuro. Da Trieste è partita una vera e propria scuola di giornalismo di guerra, forte di una tradizione profonda e riconosciuta. Una tradizione che non può prescindere dal ricordo di Almerigo Grilz, primo reporter italiano caduto in un conflitto armato nel dopoguerra: una figura simbolica che ha segnato l'identità e il coraggio di questo mestiere".
   

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