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Storia della Repubblica di Crainz

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Storia della Repubblica di Crainz

Un libro per capire come siamo arrivati qui e cosa fare

ROMA, 10 maggio 2016, 11:43

Paolo Petroni

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Guido Crainz storia della repubblica - RIPRODUZIONE RISERVATA

Guido Crainz storia della repubblica - RIPRODUZIONE RISERVATA
Guido Crainz storia della repubblica - RIPRODUZIONE RISERVATA

   GUIDO CRAINZ, ''STORIA DELLA REPUBBLICA'' (DONZELLI, pp. 388 - 27,00 euro).
    Si comincia con un'Italia ''profondamente lacerata'' all'uscita dal fascismo e dalla guerra e si finisce con un'Italia in preda a una gravissima ''devastazione etica e politica'', innestandosi per di più sul ''tracollo di quel che resta del sistema dei partiti'', e questi due estremi non possono non far pensare, perchè a unirli strettamente cioè un percorso sociale e politico durato 70 anni che Guido Crainz, docente di Storia contemporanee all'Università di Teramo, ricostruisce in questa sua ''Storia della Repubblica'', che fa seguito a tante altre sue pubblicazioni e in particolare a ''Autobiografia di una Repubblica - Le radici dell'Italia attuale'' del 2009.
    Naturalmente quel che si evidenza subito nei fatti è che nel 1946 c'è una vitalità, una spinta ideale, un nascere da un percorso di presa di coscienza costato sangue, ideologie di riferimento e voglia di rinascere che spingono comunque tutte le forze a una collaborazione da cui nascerà innanzitutto la carta costituente. Nel quadro invece disperante, ''a tinte fosche'' dei nostri giorni, di un paese in cui è emersa una classe politica ''priva assolutamente di cultura e di valori, ignara di progetto'' (come annota Crainz citando Asor Rosa) e l'individualismo appare imperante, c'è chi ricorda e sostiene esista ancora ''una responsabilità collettiva pronta a entrare in gioco'' come successo più volte in questi 70 anni, che si lega a ''comparti vitali nell'economia, attivismi civici, creatività culturale'', mettendo in evidenza paradossi e contrasti di questo nostro paese che, mentre affonda, è capace di dar vita a imprese nuove e di valore, come fosse capace di guardare più avanti della politica, che non gestisce ma va un poco a rimorchio, si adatta. Ecco, come è naturale, dopo gli inizi, che pure avevano gli strascichi di una guerra civile, che la storia di un paese come il nostro, ma forse di molti paesi, è fatta di chiaroscuri più o meno forti, di contrasti apparentemente insaziabili che poi trovano il modo di conciliarsi, di problemi che si trascinano da sempre, come la questione meridionale, e altri che hanno aiutato l'Italia a essere tra i paesi fondatori dell'Europa Unita come a entrare nel G8. Per capire come siamo arrivati a questa situazione (che è sempre il punto necessario per cercar di ripartire e reagire) il libro di Crainz è esemplare e utilissimo, col suo ricostruire tutto in modo moderno, con una scrittura chiara e incisiva e un bel dono della sintesi, sempre attento a una visione ampia, concreta e puntuale della vita reale (magari riflessa nell'immaginario collettivo fatto di romanzi, cinema, e tv), cercando di far capire il rapporto tra fatti particolari e un contesto generale, per quanto appunto frastagliato. Crainz naturalmente fa le sue analisi, annota certi fili non recisi col fascismo e altre ambiguità originarie della nostra Repubblica, ci mette sotto gli occhi i passaggi gravi e anche tragici che avrebbero dovuto servire da lezione per darci nuova voglia di ritrovare certi valori del passato. Si va dal fallimento delle politiche di allenze tra centro e sinistra agli anni della conflittualità sociale economica permanente sino al terrorismo degli anni '70, da cui nacque l'edonismo spensierato e cominciò a germogliare l'erba dell'egoismo, delle soddisfazioni contingenti, che contagiano le persone quanto la politica e ci hanno portato alle ''Terre incognite'' di oggi, come si intitolano le notazioni conclusive dell'autore. Per Crainz i 70 anni della Repubblica, che si celebreranno a Giugno, debbono essere l'occasione per riflettere sul nostro stato e la nostra storia prima che sia troppo tardi, e questo è il suo sostanziale contributo, un ottimo punto di partenza.
   

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