"Quanto comunicato oggi non è
altro che la conferma della gestione fallimentare del Gruppo
Acciaierie d'Italia a dimostrazione di quanto avevamo dichiarato
più volte in questi mesi, anche nell'ultimo incontro
ministeriale e, cioè, che non si sarebbero mai raggiunti in
queste condizioni i 5, 7 mln di tonnellate entro fine anno e che
quindi i lavoratori in cassa, invece di ridursi, sarebbero
aumentati". Lo afferma Valerio D'Alò della segreteria nazionale
della Fim Cisl dopo la comunicazione da parte dell'azienda dei
nuovi assetti di marcia dello stabilimento siderurgico di
Taranto, che comportano "un pesante ridimensionamento della
produzione - osserva il sindacalista - a partire dall'11 luglio
fino al 31 agosto". E l'utilizzo, prosegue, "dell'ammortizzatore
sociale per un numero massimo di 2.500 lavoratori previsto dalla
procedura di Cigs approvata dal ministero del Lavoro senza
accordo con le organizzazioni sindacali".
"Stessa sorte - osserva D'Alò - si profila per il sito di
Genova che vedrà pesanti fermate dell'impianto. L'azienda ha
sempre smentito ma oggi ha dovuto fare un passo indietro e
confermare quello che noi andiamo dicendo da mesi. La situazione
purtroppo sta degenerando, con questi numeri il siderurgico più
grande d'Europa è praticamente fermo scaricando tutti i costi di
questa inefficienza ancora una volta sui lavoratori". "Il
Governo è ora che ci dica seriamente cosa intende fare, questa
situazione - conclude - non è più accettabile".
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