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Sindacati, 'più Cig per la moda, la crisi è strutturale'

Sindacati, 'più Cig per la moda, la crisi è strutturale'

(v. 'Crisi settore moda...' delle 10.47 circa)

FIRENZE, 12 novembre 2024, 13:12

Redazione ANSA

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"Le nostre richieste sono innanzitutto un approccio sistemico, perché questa non è una crisi congiunturale, è una crisi davvero strutturale". Lo ha detto Silvia Russo, segretaria generale della Cisl Toscana, al corteo dei lavoratori del settore moda oggi a Firenze. "Abbiamo necessità - ha aggiunto - che Confindustria si assuma le sue responsabilità, che la Regione apra un tavolo complessivo sul sistema moda e tutta la filiera che lo compone, e che il governo aumenti lo stanziamento per la Cig in deroga".
    "E' una crisi strutturale, non più ciclica - ha osservato Paolo Fantappiè, segretario generale della Uil Toscana - e ci preoccupa tantissimo perché non bastano solo gli ammortizzatori sociali, servono risposte da parte della committenza e delle imprese, ci devono dire come si potrà andare avanti, come si può superare questa crisi, perché veramente ora serve uno scatto importante da parte anche dell'impresa, e non solo delle istituzioni: hanno fatto grandi profitti negli anni passati, ora devono dirci cosa fare, non possono lasciare il fiammifero in mano ai lavoratori e al sindacato".
    "Le griffe e il sistema delle imprese - ha sottolineato Bernardo Marasco, segretario generale Cgil Firenze - devono dare una risposta con un progetto industriale coerente, e ovviamente devono essere messi in campo gli ammortizzatori sociali per evitare che in questa trasformazione che dobbiamo gestire chi ne faccia le spese siano i lavoratori, perdendo il posto di lavoro, senza avere poi i volumi produttivi per riprendere il futuro di questo distretto. Le otto settimane di Cig sono 'acqua fresca': perché non riguardano il settore della concia, della pelle e della metalleria, quindi ovviamente di gran parte del distretto; e perché noi abbiamo bisogno sia di riazzerare i contatori ordinari, sia di avere settimane straordinarie, perché il 2025 sarà l'anno della riorganizzazione".
   

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